La sigla d’apertura degli anime è un grande veicolo di promozione per gli artisti giapponesi, ma quel minuto e mezzo a volte può determinare il successo o il fallimento di una serie appena sbarcata sul piccolo schermo. In un’epoca in cui spesso le stagioni sono costellate di anime simili tra loro, a volte una sigla accattivante può distinguere un prodotto dalla massa.
7- Death Parade
Flyers è forse uno dei più grandi inganni nel mondo degli anime. Per un minuto e mezzo vediamo personaggi intenti a ballare, sorridere, divertirsi e dare spettacolo all’interno del locale in cui si svolgeranno gli episodi. Terminata la opening, ci troveremo in un ambiente dall’atmosfera completamente differente.
6- Chainsaw Man
Kick Back è la prima sigla iniziale di Chainsaw Man, ci introduce i personaggi principali in un vortice di citazioni cinematografiche e situazioni completamente scollegate dalla trama. Oltre alle immagini intriganti e stimolanti, che a volte si lasciano sfuggire qualche anticipazione sulla trama, il ritmo sincopato della canzone ci porta subito a seguire il ritmo di Denji, sempre in balia degli eventi esterni.
5- Beck: Mongolian Chop Squad
Hit in the USA rappresenta perfettamente lo spirito di un anime che mette al centro la musica e le difficoltà che gli artisti devono affrontare per affermarsi. Il ritmo punk rock offre immediatamente un’idea dello stile dei protagonisti, alle prese con i passi necessari per diventare una band di successo.
4- Mob Psycho 100
99, realizzata da Mob Choir, ha tutto quello che serve per introdurci all’interno di una storia singolare, rumorosa, colorata. Dal punto di vista visivo, ogni immagine ha un richiamo nascosto ad alcuni dei temi della serie, un racconto nel racconto, all’interno della mente del protagonista.
3- Oshi no Ko
Idol ha battuto ogni record, rendendo Yoasobi una delle artiste più influenti di questi anni. Il ritmo accattivante e ripetitivo entra molto facilmente nella testa dello spettatore, che non può fare altro che rimanere incollato allo schermo.
2- Jujutsu Kaisen
La seconda stagione di Jujutsu Kaisen si apre con Where Our Blue Is di Tatsuya Kitani. Al di là della musica orecchiabile, il punto fondamentale di questa opening è il quadro dipinto dalle immagini che scorrono su schermi, che ci portano ad immaginare una serie incentrata su Goji e Geto, con un tono quasi da slice of life.
1- Ranking of Kings
L’impatto visivo di questa sigla iniziale va oltre il pubblico ci di appassionati dell’anime e riesce a parlare anche a chi non segue la serie. Il modo in cui viene sintetizzata una storia tanto complessa quanto affascinante non può evitare di colpire lo spettatore. Naked Hero ci tiene per mano, come a volerci accompagnare in questa storia ricca di emozioni.