Il numero 450 di Dylan Dog si intitola Shock ed è in edicola dal 28/02/2024. Soggetto e sceneggiatura della curatrice Barbara Baraldi, disegni di Nicola Mari, copertina come sempre dei fratelli Cestaro.
Un uomo senza identità è convinto di essere già morto. Una donna senza identità compie una strage nell’ospedale in cui è ricoverata. Qual è il terribile segreto che li lega? Nel tentativo di far luce sulla vicenda, Dylan Dog e l’ispettore Bloch intraprendono un’indagine pericolosa, che li sprofonderà nei meandri più oscuri dell’animo umano, mentre Londra è stretta nella morsa di un serial killer imprevedibile, la cui unica firma è l’efferato modus operandi: “rapisce, tortura, uccide”.
Nell’introduzione, la curatrice tratteggia un panoramica sulle fiabe, in particolare sulla sua preferita, Barbablù, quindi si sofferma sugli ostacoli e l’importanza delle soglie spaventose da superare. Per immergersi nelle atmosfere cupe della storia da disegnare, Nicola Mari si è ispirato a tremendi casi reali. Tornando alle fiabe, il disegnatore ricorda l’archetipo dello scontro tra bene e male e la loro capacità di metterci in contatto con la componente magica del nostro pensiero. Infine, citando Pupi Avati, il disegnatore sottolinea l’immaginario e la poetica che possono nascere dall’orrore.
Trama di Dylan Dog 450
La storia si apre con un automobilista che perde il controllo del veicolo, in mezzo a un bosco. In un pub Dylan Dog e Bloch discutono di un killer che prende di mira le famiglie: prima uccide il marito, lasciandolo sul posto, poi rapisce, tortura e uccide la moglie, manda le foto alla polizia e non fa ritrovare il corpo. Il criminale è tristemente noto come KTK, sigla di Kidnap, Torture, Kill (rapisce, tortura, uccide).
Irrompe nel locale un uomo visibilmente alterato, che chiede di essere ucciso. Si tratta di Dennis Riley, scomparso due settimane prima. Dice di essere morto in un incidente automobilistico mentre stava andando a prendere il figlio, di non sapere come si chiama, ma ricorda i dettagli di casa sua, compresa una porta che non si deve aprire.
Dalla visita alla moglie di Riley, Dylan Dog scopre che la coppia non ha avuto figli e che la cucina è diversa dalla descrizione fatta dall’uomo. C’è in effetti una porta, ma è di un banale ripostiglio.
Dylan Dog gira le scuole elementari di Londra per trovare tracce di Charlie, il bambino di cui parla Riley: si tratta del figlio di Myryam Grant. Dato che la madre non arrivava, era stato chiamato il fratello Malcolm. Quest’ultimo racconta all’Old Boy che la sorella è stata ritrovata priva di sensi in Dulwich Wood: la sua automobile era finita contro un albero e la donna era stata ricoverata, in coma. In passato era stata vittima di abusi da parte dell’ex compagno Stuart Dixon, il padre di Charlie.
Nel frattempo, Myryam ha ripreso conoscenza, ricorda le violenze subite in passato, uccide l’infermiere e scappa con la divisa dell’uomo.
Riley è in un ospedale psichiatrico, ora ricorda di essere stato in un cottage, dov’è stato aggredito e ha visto diverse donne torturate. Parla con la moglie Helen, ma sembra non ricordarsi di lei. A questo punto la donna si rivolge a Dylan Dog e gli porta fotografie trovare nel cassetto del marito: sono delle vittime del killer, che a questo punto sembra essere Riley. Tra le donne spiate c’è anche Myryam: Dylan Dog capisce lei era in macchina insieme al killer, che ha perso la memoria nell’incidente.
La donna aveva ucciso il compagno durante l’ennesima violenza subita. Catturata dal killer, era riuscita a liberarsi e si era nascosta nell’auto di Riley per aggredirlo e vendicarsi, causando così l’incidente.
Riley scappa dall’ospedale, raggiunge la moglie per avere le chiavi della macchina e tornare a Dulwich Wood. Helen informa Dylan Dog, che fa avvisare Scotland Yard e si precipita al cottage. Qui, dietro la porta della cucina, c’è il luogo dove sono nascoste le vittime.
L’Old Boy trova anche Myryam, che punta un coltello alla gola di Riley. La teoria paranormale di Dylan Dog (lo scambio di ricordi tra carnefice e vittima) non era corretta, ma qualcosa di inspiegabile accade comunque…
Sviluppo
La storia ha un intreccio accattivante, il cui mistero si rivela gradatamente, anche se alcuni passaggi sono un po’ discutibili.
Le farneticazioni iniziali di Riley contengono indizi rivelatori: il personaggio viene presentato come una sorta di zombi, dice di essere già molto e chiede di essere ucciso, parla di “fame che non si sazia”. Nel corso della storia si capirà a che cosa si riferisse. Per il resto del tempo Riley sembra confondere i propri ricordi con quelli dell’ultima vittima.
Va detto che la comparsa di Dennis proprio nel pub dove Dylan e Bloch parlano dei delitti è una coincidenza molto forzata. Anche se Dylan Dog è un “catalizzatore”. Decisamente utopistico il tour delle scuole di Londra alla ricerca di un bambino, possibilmente di nome Charlie, che abbia atteso invano il genitore. Per fortuna del lettore la ricerca dura poco e nel frattempo Groucho ha evidenziato il potenziale aspetto equivoco.
Altro colpo di “fortuna” esagerato: in una casa dove sono state denunciate molestie ed è scomparso il compagno, sparisce anche la donna, ma solo dopo qualche settimana la polizia si accorge che nel freezer c’è il corpo dell’uomo.
Nicola Mari gioca molto con le sequenze di sguardi (come nel risveglio di Myryam e Riley, pagine 25 e 40) e gli accostamenti dei volti (Helena e Dylan a pagina 20, Dylan e Malcolm a pagina 48).
Interessante, oltre che funzionale alla narrazione, anche il cambio di punto di vista con cui viene messo in scena l’incidente d’auto: all’inizio della storia – quando non dobbiamo sapere chi è a bordo e qual è la causa – lo vediamo dall’esterno, mentre alla fine della storia – quando i ruoli e le dinamiche sono più chiari – i disegni ci portano nell’abitacolo.
Myryam sbeffeggia la teoria dell’Old Boy – lo scambio di ricordi tra lei e Riley – ma l’ipotesi non sembra completamente sbagliata. La donna dice di aver ucciso l’infermiere perché convinta di essere ancora prigioniera del killer, ma potrebbe anche aver assassinato l’anziano che le dà un passaggio. La vignetta in cui lei dichiara che l’assassino deve sentire quel che ha provato lei, suggerisce anche graficamente una sovrapposizione tra i due.
L’umanità di Dylan Dog spesso è la chiave per il risolvere il mistero. In questa storia invece gli impedisce di fermare la vittima prima che si faccia giustizia da sola. Sembrano interferire le vittime precedenti, ma l’Old Boy non è del tutto consapevole.
L’indagine sul serial killer si intreccia dunque a elementi paranormali (nel finale le vittime sembrano prendere vita) e al drammatico tema della violenza sulle donne, sia per l’accanimento di Riley sulle donne, sia per la vicenda familiare di Myryam: non tutelata dalla polizia e non creduta dal fratello, per anni aveva sopportato i soprusi, accontentandosi del fatto che non toccassero al figlio.
All’orrore più eclatante e splatter si abbina dunque quello più comune, e dunque maggiormente spaventoso perché vicino alla realtà quotidiana, spesso raccontata dalla cronaca nera, talvolta sopportata in silenzio nel segreto delle mura domestiche.
Gli autori
Dall’anno scorso curatrice dell’indagatore dell’incubo, Barbara Baraldi ha scritto per la serie regolare di Dylan Dog i numeri 348, La mano sbagliata, 364, Gli anni selvaggi, 367, La ninna nanna dell’ultima notte, 385, Perderai la testa, 389, La sopravvissuta, 393, Casca il mondo, 407, L’entità, 417, L’ora del giudizio, 420, Jenny.
Barbara Baraldi ha scritto per la serie regolare di Dylan Dog i numeri 348, La mano sbagliata, 364, Gli anni selvaggi, 367, La ninna nanna dell’ultima notte, 385, Perderai la testa, 389, La sopravvissuta, 393, Casca il mondo, 407, L’entità, 417, L’ora del giudizio, 420, Jenny, nonché i recenti 436 e 437, Non con fragore…, …Ma con un lamento, che hanno chiuso la trilogia che ha sancito la fine della sperimentazione, 439, L’invasione silenziosa, infine 446, L’altro lato dello specchio.
Sempre per l’indagatore dell’incubo: Il bottone di madreperla e Ballando con uno sconosciuto, numeri 9 e 20 del Dylan Dog Color Fest, infine La solitudine del serpente, Buongiorno tenebra, Malestorie e Tempesta a Mentmore House, Dylan Dog Oldboy nn. 1, 8, 15, 19 e 20.
Autrice di romanzi thriller, Barbara Baraldi ha firmato inoltre Il regalo, n. 810 di Diabolik, 8 storie della serie Torture Garden per Edizioni Inkiostro, infine Nel nome del sangue, n. 5 di The cannibal family Book.
Nicola Mari ha disegnato Nathan Never dal 1989 al 1996, per poi passare a Dylan Dog. Ben 24 gli albi realizzati per la serie regolare, tra cui il 337, Spazio profondo, numero a colori celebrativo della seconda fase del rinnovamento affidata a Roberto Recchioni, e metafora editoriale della testata.
Di recente ha disegnato il racconto Buongiorno tenebra dell’ottavo Dylan Dog Oldboy, lo Speciale Dylan Dog n. 36 – Il progetto Hicks (con cui la testata ha abbandonato la saga de Il pianeta dei morti), il n. 446 della serie regolare, L’altro lato dello specchio.
Nel 1998 Mari ha ricevuto il Premio Yellow Kid al Salone Internazionale dei Comics. Sempre per Bonelli, Mari ha disegnato Il principe di Persia, n. 23 de Le Storie, Mister No e Nathan Never, Daryl Zed. Inoltre, per DC Comics ha disegnato Ianus nell’ambito dell’evento Batman: The World.