Bentornato in questa nuova recensione! Quest’oggi parleremo di un opera spin-off di un’opera abbastanza famosa in Italia: si tratta di Bungo Stray Dogs Beast.
Bungo Stray Dogs Beast è una serie disegnata da Shiwasu Hoshikawa che si basa sui personaggi dell’opera originale Sango Harukawa e sul sesto romanzo della serie di light novel Bungo Stray Dogs di Kafka Asagiri.
La serie si compone di 4 volumi in totale. In Italia, è edita da Planet Manga, tuttavia il secondo volume risulta ad oggi irreperibile.
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E adesso iniziamo con la nostra recensione!
La trama di Bungo Stray Dogs Beast
In questa serie spinoff, Akutagawa non viene reclutato da Dazai per entrare nella Mafia.
Qui solo Gin viene presa come “ostaggio” da Dazai e, dopo quattro anni e mezzo, Akutagawa viene reclutato da Odasaku per entrare nell’agenzia dei detective armati.
Al contempo, Nakajima Atsushi è lo shinigami bianco di Port Mafia.
La storia si concentra principalmente su Akutagawa che cerca sua sorella minore-
Impressioni su Bungo Stray Dogs Beast
Avviso: questa parte della recensione contiene spoiler sulla trama, pertanto non leggerlo se non vuoi sapere ulteriori dettagli o come finisce la storia.
La grafica della serie è nettamente inferiore alla grafica che viene utilizzata per l’opera originale. I disegni sono spesso confusionali e a volte non si riesce a cogliere la differenza tra Atsuji e Akutagawa. È vero che i due sono simili, ma non dovrebbero esserlo tanto da rischiare di essere confusi.
Adesso passiamo alla trama: in sé non sarebbe male se fosse un semplice what if, disancorato totalmente dalla serie principale. La trama è semplicemente Akutagawa che, in quanto considerato una bestia da Dazai, non viene assunto dalla mafia, ma gli viene sottratta Gin e lui fa di tutto per ritrovarla.
In questo lungo viaggio, quando sembra che stia per morire di stenti (esattamente come accade ad Atsushi nella serie principale), viene trovato da Odasaku, che lo porta all’agenzia dei detective. Qui spiega la sua situazione e i detective si propongono di dargli una mano a patto che lui superi alcune delle prove che gli vengono assegnate.
Allo stesso tempo, Atsushi non di fa scrupoli ad ammazzare i membri nemici della mafia assieme a Kyoka, che anche in questa storia ha ucciso 35 persone.
Quando Akutagawa scopre dove si trova Gin, ovvero alla sede di Port Mafia, dove Dazai è il capo, decide di attaccarlo, incurante delle numerose morti che causa, finché non si scontra proprio con Atsushi.
Il problema lo si ha verso la fine, con le giustificazioni che vengono date per ficcare a forza, almeno dal mio punto di vista, la serie nell’universo di Bungo Stray Dogs. In pratica Dazai è l’unica persona al mondo consapevole che il mondo che sta vivendo è la realtà di un manoscritto che contiene innumerevoli realtà. Grazie al suo potere si è connesso al Dazai del mondo reale, impossessandosi dei ricordi, ed è anche consapevole che, tra tutti i mondi, quello è l’unico in cui Odasaku sia vivo.
Adesso i problemi sono due: innanzitutto, il libro citato è quello della quale si sente parlare sin dalla seconda stagione, che è sì in grado di riscrivere la realtà, ma a patto della coerenza. Quindi la storia dei mondi alternativi non è assolutamente possibile. Il secondo aspetto che fa storcere il naso è il fatto che venga affermato che quello sia l’unico universo che nel quale Odasaku sopravvive. Questo aspetto tuttavia fa storcere il naso, data l’immensità degli universi esistenti ipotizzabili.
Altro aspetto negativo è il fatto che Dazai provi un qualche tipo di legame nei confronti di Odasaku, quando in quel mondo non si sono incontrati nemmeno una volta e Odasaku non si ricordi di lui e, anzi, provi addirittura ad ucciderlo considerandolo, ovviamente, un nemico.
Inoltre trovo senza senso che Dazai si uccida alla fine, buttandosi dalla sede di Port Mafia, con il rimpianto di non poter leggere il libro di Odasaku.