Seconda e ultima parte della storia dell’indagatore dell’incubo scritta dall’ex curatore Roberto Recchioni e da Corrado Roi, aperta ad agosto con Morte in sedici noni,
ll numero 445 di Dylan Dog è in edicola dal 30 settembre e si intitola Xenon. Albo brossurato, 96 pagine in bianco e nero in formato 16×21 cm, prezzo € 4,90.
La copertina, firmata come di consueto dai fratelli Cestaro, questo mese omaggia quella del n. 80 di Tex, Spettri, disegnata da Galep. Un’iniziativa delle testate Bonelli per celebrare i 75 anni del personaggio creato proprio da Aurelio Galleppini e GianLuigi Bonelli.
La prima parte ha introdotto la misteriosa e affascinante Lucille, che ha corrotto ed eliminato il proprio compagno Joe e la sua nuova “fiamma” Mark, dopo averli coinvolti in rapporti sessuali tra le atmosfere lovecraftiane della sua oscura dimora, in cui le opere d’arte sembrano vive.
La fidanzata di Mark, Mina, si è rivolta a Dylan Dog, avendo intuito un nesso tra la scomparsa dell’uomo e le sue strane frequentazioni. Lucille convince l’Old Boy che Joe e Mark sono scappati insieme. Anche Mina cede al fascino della femme fatale, e così Dylan Dog, che si ritrova in un altro mondo: Xenon.
La trama di Dylan Dog 445
Negli scenari alieni di Xenon, Lucille spiega a Dylan Dog che, mentre gli umani si sono concentrati sulla scienza, la sua razza si è focalizzata sull’arte, scoprendo che può consentire di viaggiare nello spazio e nel tempo: ha visitato milioni di mondi. Lucille scelse la terra, si lasciò venerare dagli uomini primitivi e li ispirò, nutrendosi delle loro emozioni, fino ad ucciderli.
Lucille si è stancata della Terra e vuole partire, ma per completare l’opera d’arte – necessaria per il viaggio di ritorno al pianeta natale – ha bisogno di mietere molte vittime. Propone a Dylan di procurargliele: meglio scegliere qualcuno da condannare, magari tra la “feccia”, o lasciare che scelga Lucille indiscriminatamente?
Per fermare Lucille, Dylan Dog decide di distruggere la villa, ma arrivato sul posto non trova l’edificio, bensì Mina, la quale gli spiega che anche lei aveva avuto la stessa idea e che dopo una settimana senza vittime consegnate, gli orrori compiuti da Lucille l’hanno convinta a cedere.
Dopo aver affrontato molti ricordi dolorosi, inscenati volutamente da Lucille, Dylan Dog trova una soluzione a un dilemma che sembrava non averne. La chiave, ancora una volta, è l’umanità dell’Old Boy, più specificamente l’empatia.
Sviluppo
Il Dylan Dog Horror Club firmato dalla curatrice Barbara Baraldi si sofferma sul tema dei dilemmi etici, su cui si snoda una parte fondamentale dell’albo, e si chiude con un sentito ricordo del disegnatore Giuseppe Montanari, morto il 5 agosto scorso.
Roberto Recchioni, ex curatore di Dylan Dog, torna a scrivere per le serie principale e usa ancora le tavole per sperimentare, lavorare sul fumetto come linguaggio e come mezzo, uscire in parte dai canoni dei fumetti Bonelli, a partire dalla famosa griglia: le pagine dei due albi sono rigorosamente divise in tre vignette panoramiche. Anche quando non sarebbe richiesto dall’immagine, il che crea un effetto interessante.
Anche la seconda parte della storia doppia è appagante dal punto di vista grafico. La vicenda è meno incentrata, visivamente, sui rapporti morbosi, ma consente a Corrado Roi di mettere in scena veri e propri quadri, in linea con le sue atmosfere tipiche e valorizzati dal formato “sedici noni”, rimasto invariato dall’albo precedente.
Quello che sembrava un pianeta alieno, Xenon, viene definito da Lucille la sua casa, poi è indicata come una sorta di proiezione che la donna usa per soggiogare i potenziali assistenti, si rivela poi una sorta di realtà parallela legata al quadro, ma di fatto è il luogo dove “vive” la femme fatale con il volto dell’attrice Eva Green: si conferma dunque la dichiarazione iniziale dell’antagonista. Il cambio di luogo è parallelo al ruolo della donna: la villa metteva in scena l’artista, il “pianeta” rivela la vampira psichica.
L’elemento che collega i due mondi è quel quadro che affascinava le vittime di Lucille e lo stesso Dylan Dog, che si sentiva perduto di fronte all’opera, di aver provato un desiderio sconosciuto, doloroso, così intenso da temere di venirne annientato.
Xenon è un’ambientazione suggestiva che poteva essere forse sfruttata di più, ma Roi può comunque spaziare tra suggestioni alla 2001: Odissea nello spazio (in questo caso al posto del monolito sarà la stessa Lucille a dirigere l’evoluzione degli ominidi), scenari e creature preistoriche, cinema espressionista, lo sbarco sulla Luna.
In uno dei pochi intermezzi “urbani”, trovano spazio Groucho, che si limita a un paio di battute, e Bloch, che invece risponde alla richiesta di consigli dando, forse, la motivazione decisiva a Dylan Dog.
Nella carrellata di ricordi messi in scena da Lucille per amplificare il dolore e le emozioni di Dylan Dog, rivediamo Lillie Connelly (Finché morte non vi separi), Bree Daniels (Memorie dall’invisibile), Johnny Freak e – probabilmente – Mater Morbi e Anna Never.
Torna la centralità dell’arte: nella prima parte era il cuore pulsante della villa e aveva fatto incontrare Lucille e Mark. In Xenon viene rivelato come l’arte crei enormi riverberi emotivi, tali da dominare lo spazio e il tempo (rispetto alla “semplice” scienza con cui gli uomini sono arrivati a malapena sulla luna): di fatto ciò che rende Lucille molto più potente degli esseri umani. Nel corso della lettura il ruolo e la forza dell’arte, così come la battuta di Dylan Dog sui finali, riveleranno un significato inaspettato.
Il passo successivo è il rapporto tra le opere d’arte e i misfatti dei loro autori (vengono citati Caravaggio, Cellini, Verlaine e Rimbaud) che conduce allo snodo che dovrà affrontare Dylan, i dilemmi etici.
Gli autori di Dylan Dog 444
Roberto Recchioni fa il suo esordio non ancora ventenne con Dark Side, realizzato con Leomacs e pubblicato da BDB Presse. Firma le miniserie Dark Side – Battaglia (Starshop) e Pugno (Comic Art), Notturno (Tesauro Comics), scrive storie di Diabolik. Lavora anche in campo pubblicitario per Rizzoli.
Collabora con Disney, Panini (David Murphy), ed Heavy Metal. È tra i fondatori della casa editrice indipendente Factory ed è stato coautore, con il compianto Lorenzo Bartoli, di John Doe e Detective Dante, serie pubblicate da Eura Editoriale.
Per Bonelli Editore scrive sceneggiature per Dylan Dog, di cui è curatore dal 2013 al 2023, crea la serie a colori Orfani e le miniserie Monolith e Chanbara, scrive due numeri di Tex e altrettanti di Le storie.
Corrado Roi è una delle colonne di Dylan Dog, il suo è uno degli stili più personali e riconoscibili tra quelli maggiormente legati all’indagatore dell’incubo, di cui ha disegnato oltre 100 storie.