Il numero 46 del Dylan Dog Color Fest, disponibile dal 09/08/2023, è il Groucho quinto: due storie dedicate all’irresistibile assistente dell’indagatore dell’incubo, già pubblicate in volumi precedenti.
La prima, Stardust, con testi di Francesco Artibani, disegni di Giorgio Cavazzano (autore anche della copertina) e colori di Alessia Nocera, infatti era già stata inserita nel volume Dylan Dog. Nel segno di Cavazzano, pubblicato lo scorso 2 dicembre. La seconda, Groucho all’inferno, scritta e disegnata da Daw, con colori di Sergio Algozzino, era stata pubblicata sul Grouchomicon.
L’introduzione di Barbara Baraldi, nominata di recente curatrice di Dylan Dog, collega scherzosamente ogni storia al coinvolgimento personale dei suoi autori, e con lo stesso tono fa riferimento ai lettori che potrebbero aver già letto le due opere.
L’albo brossurato, pubblicato da Sergio Bonelli Editore, si chiude con 4 pagine di sketchbook delle due storie. 96 pagine a colori in formato 16×21 cm, in vendita a € 6,90.
Il prossimo Color Fest uscirà il 9 novembre, si intitolerà I vivi e gli altri e tornerà alla classica divisione in tre storie, firmate da Manzo e Giordano, Barbato e Camagni, Enna e Dall’Agnol.
Stardust
Dylan Dog riceve da Mr. Nash una proposta per un film sulla sua vita, che giudica orrendo e vorrebbe rifiutare. Nonostante le 50.000 sterline di anticipo e i tanti debiti da saldare, sono le insistenze di Groucho a fargli cambiare idea, a patto di non essere coinvolto in prima persona: si deve occupare di tutto l’assistente, che viene nominato supervisore artistico della pellicola.
Nel tentativo di risolvere un battibecco tra il protagonista e Howard Duncan, un attore cult del cinema horror, Groucho viene portato per sbaglio su Stardust, un’isola resort dove molte star si ritirano dopo aver simulato la morte. La spalla di Dylan Dog, che ha portato con sé il cane Elvis, nel cast della pellicola, incrocia James Dean, Marilyn Monroe ed Elvis Presley, poi viene chiarito il malinteso.
Scopriamo qualche informazione in più grazie alla spiegazione del maldestro Orville O’Shee (che non verrà cacciato dal resort perché figlio del proprietario, Neville): ai clienti che scelgono di sparire viene dato un siero rigenerante che frena l’invecchiamento, in cambio della cessione di ogni proprietà.
Spinto dalla curiosità, Groucho va alla festa di Elvis, incontra molte celebrità, tra cui Jim Morrison e Jimi Hendrix, e scopre che è Nash a occuparsi di inscenare le “sparizioni”.
In breve, Groucho diventa l’anima della festa, scatenando l’invidia di Duncan, il quale rivela che si tratta di un impostore. Il protagonista viene portato al cospetto di Neville, che si rivela molto più spietato del figlio, e ordina alle guardie del resort di eliminare Groucho. L’assistente di Dylan Dog viene salvato dall’intervento di Elvis.
Orville aiuta Groucho a tornare a Londra grazie al dislocatore. James, Elvis e Marilyn decidono di andare con lui, ma solo per vivere un’ultima giornata nel mondo reale: come previsto da Neville, i tre rientrano nel resort. Marylin si è portata dietro il cane Elvis: un fatto addolora il produttore Nash e lo porta a chiedere a Groucho la restituzione dell’anticipo.
L’umorismo della storia non risparmia i vizi della società dello spettacolo: dalla denigrazione del talento (i meriti dell’attore che impersona Dylan Dog sono la partecipazione ai reality e il successo sui social) all’ossessione del politicamente corretto (a interpretare Groucho viene ingaggiato un orientale albino e vegano).
L’ironia, che può contare sui testi di Francesco Artibani e i disegni di Cavazzano, naturalmente è affidata a Groucho, che per l’occasione dunque abbandona – parzialmente – la raffica di freddure. Le tavole sono valorizzate dalla colorazione di Alessia Nocera.
Groucho all’inferno
Groucho viene informato che, dopo aver sconfitto numerosi mostri, Dylan Dog è rimasto ucciso dalla ressa ai saldi di Clarks e camicie rosse. Divenuto serio per mezzo secondo, va all’obitorio dove riconosce il suo amico e decide di andare a recuperare l’indagatore dell’incubo all’inferno, aiutato dall’eccentrico coroner.
Nell’aldilà Groucho e “Obitorio” trovano caos e burocrazia, e vengono subito riconosciuti come umani in vita, ma sono presi in simpatia da un arrivista che ha fatto carriera modernizzando, ottimizzando e curando i dettagli: in questo modo ha preso il controllo del girone 999, a spese di Belzebub, legato alle vecchie regole e terminologie.
Dopo una serie di divertenti peripezie, Groucho e il suo assistente riescono a recuperare l’anima di Dylan e a tornare indietro, ma vengono inseguiti dai due demoni. Belzebub decide di vendicarsi del collega che gli ha fatto le scarpe, quindi aiuta Groucho a far tornare in vita Dylan Dog, dopo avergli fatto firmare il classico patto (l’ennesima burla).
Il racconto di Daw sbeffeggia tutto e tutti (compreso l’autore stesso, abbiamo visto), con tanto di demoni anziani che guardano i cantieri e si fanno beffare da una firma falsa, colleghi più giovani che vengono confusi da malintesi.
La storia è al servizio dell’umorismo: Daw scatena Groucho in una sequenza quasi ininterrotta di doppi sensi, calembour, allusioni, non sense, citazioni dantesche e… dylaniate (Groucho incrocia la star ballerina del reparto 30, Roberto Recchioni e lo stesso Daw, infine il clarinetto esplosivo de L’alba dei morti viventi risulta determinante per la conclusione della vicenda).
Nonostante lo stile grafico più minimalista rispetto a quello di Cavazzano, non mancano vignette molto efficaci, come il Groucho epico che annuncia la sua impresa, la lunga coda per lo smistamento delle anime, l’inquietante baita nel bosco (selva oscura).
Gli autori del Dylan Dog Color Fest 46
Francesco Artibani collabora con la Disney dai primi anni ’90, scrivendo in particolare storie di Topolino e Paperinik
Ha realizzato come autore completo storie dell’Omino Bufo, Lupo Alberto e Cattivik. Inoltre ha scritto Martin Mystère e Golem (Le Storie) per Sergio Bonelli Editore, King Arthur per Cierre Editrice, Il Boia Rosso per la francese Les Humanoïdes Associés, Doctor Strange e X-Men (X-Campus) per la Marvel.
Veneziano, allievo del concittadino Romano Scarpa, Giorgio Cavazzano è attivo nel mondo dei fumetti dagli anni 60: il suo esordio come disegnatore avviene nel su Topolino n. 611 del 13 agosto 1967, con la storia Paperino e il singhiozzo a martello, ma già l’anno prima aveva inchiostrato Topolino e gli abeti himalayani, disegnata da Scarpa e pubblicata sul n. 634 de Gli albi della rosa.
Autore di oltre 700 storie a fumetti, ha sviluppato uno stile personale divenuto parte integrante delle storie Disney. Ispirato da Scarpa e da Carl Barks per i Paperi, Paul Murry per Topolino & C. Altre fonti: Toppi, Battaglia, Giraud, Hermann, Caniff, Toth, ma soprattutto Albert Uderzo.
Per il mensile Il Mago disegna I due colonnelli, Slim Norton e – in collaborazione con Tiziano Sclavi – Altai & Jonson, coppia di investigatori sgangherati creati insieme allo stesso autore pavese per il Corriere dei Ragazzi nel 1975. Sempre con Sclavi, nel 1979, realizza le storie di un giovane avventuriero del vecchio west, Silas Finn, per la rivista tedesca Zack.
Oltre ad averne creati molti, Giorgio Cavazzano ha lavorato su noti personaggi altrui, come Spider-Man, Dylan Dog e Lupo Alberto. Nel 1992 ha ricevuto il Premio Yellow Kid al Salone Internazionale dei Comics del 1992.
Dopo la formazione come tecnico del cinema d’animazione, Francesco Artebani ha iniziato a collaborare nel 1991 con Disney Italia, esordendo con la storia Topolino e il fantasma canoro e curando in particolare la testata Paperino. Autore di numerose storie per Topolino, Pikkappa, MM, X-Mickey e Witch. Sempre per Disney, ha rivisitato Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta, Il visconte dimezzato di Italo Calvino e Le furberie di Scapino di Molière.
Ha creato la serie Kylion e, con la moglie Katja Centomo, la serie su Monster Allergy. Ha scritto molte storie di Lupo Alberto e ha realizzato due miniserie televisive Marvel, X-Campus e Young Doctor Strange. Ha lavorato come supervisore e story editor per le serie animate Winx Club, Tommy & Oscar, Sopra i tetti di Venezia, Pop Pixie, Mostri & Pirati, Le straordinarie avventure di Jules Verne, Spike Team e Il Generale e i Fratellini d’Italia.
Per il mercato francese ha prodotto le serie Le Maître Rouge, Jimmy Jones e Willy Wonder.
Daw, alias Davide Berardi, esordisce con le vignette pubblicate sul proprio blog. Il successo ottenuto porta alla collaborazione con ProGlo Edizioni che pubblica una collana di volumi del fumetto “A” come ignoranza. Un’altra opera diffusa tramite il blog, le vignette Lov, dedicate all’amore, ha un buon riscontro: la pubblica La Gazzetta dello Sport e le riprende la trasmissione di MTV Loveline.
Altre strisce di Daw sono Animaletti crudi (dove i protagonisti sono tre caricature dei personaggi dei cartoni), Il misterioso papero del Giappone (un ninja pennuto e taciturno che sconfigge i nemici con la sua forza misteriosa e le sue gag non sense), Sick Sick Sick (che raccoglie strisce varie).
Daw ha inoltre firmato Shonen Boom, pubblicato da Shockdom, realizzando testi, disegni e colori.