Cthulhu – Death may die è la seconda collaborazione tra Sergio Bonelli Editore e l’editore di giochi da tavolo e di miniature Cmon. Si tratta di un graphic novel ispirato all’omonimo boardgame, ambientato nell’immaginario orrorifico e visionario di H.P. Lovecraft, distribuito in Italia da Asmodee.
Due anni fa era uscito il primo volume, Anche la morte può morire. Dal 16 giugno è disponibile in fumetteria, libreria e online. il secondo volume, Una porta per Yog-Sothoth.
Tra gli autori del fumetto, diversi artisti del team di Dragonero e Senzanima: soggetto di Francesco Nepitello e Umberto Pignatelli, sceneggiatura di Luca Enoch, disegni e copertina di Alfio Buscaglia, colori di Paolo Francescutto.
Cthulhu – Death may die – Una porta per Yog-Sothoth è un volume cartonato di 112 pagine a colori, in formato 17×26 cm, in vendita a 21 euro.
Allo stesso prezzo è possibile avere la versione variant del volume, disponibile esclusivamente nelle librerie del circuito Manicomix, sul sito web sergiobonelli.it e nel Bonelli Store: ha la cover disegnata da Stefan Kopinski e contiene una card del gioco da tavolo Cthulhu – Death May Die, disponibile per la prima volta in italiano.
I cultisti dei Grandi Antichi vogliono aprire una porta per evocare Yog-Sothoth, ma occorre come “chiave” il giovane Seamus, uno dei bambini cresciuti nell’orfanotrofio di Last Hope.
Nell’inconscio del ragazzo è rimasto impresso il diario di Wilbur Whateley. Compresa la situazione, il ragazzo sparisce. Ma si avvicinano i giorni dell’evocazione, presso la cima del Turk’s Head Building a Providence…
La trama di Cthulhu – Death may die – Una porta per Yog-Sothoth
Il primo volume si era concluso nell’orfanotrofio di Last Hope assediato da creature mostruose, placate almeno momentaneamente da un incantesimo.
Il secondo si apre nella prigione municipale di Manhattan, detta The Tombs, dove Jack Munoz viene interrogato in merito al massacro di rapitori di bambini, avvenuto nella sua zona, Red Hook. L’uomo è stato ritrovato svenuto in mezzo ai cadaveri.
Munoz spiega di essere stato incuriosito da una cantilena notturna e da una strana creatura, fino ad arrivare un sotterraneo dove una setta stava svolgendo un rito con dei bambini. Liberati i piccoli, ha affrontato con violenza gli adulti, per poi perdere i sensi. La sua versione è confermata dai bambini, ma i membri della setta sono facoltosi cittadini di Midtown, e i famigliari vogliono risposte.
La telefonata dell’avvocato Virginia Lyman comunica che è stata pagata la cauzione di Munoz. All’uscita, l’uomo trova Veronique, assistente dell’avvocato, che gli propone un incarico ben remunerato per il quale lo porta a Providence.
Arrivati nello studio Lyman, nel Turk’s Head Building, l’avvocato gli spiega che dovrà trovare Seamus, uno degli orfani di Last Hope. La donna lo presenta come suo figlio adottivo, e precisa che ha deciso di sparire, per cui più che la polizia ritiene opportuno dare l’incarico a una persona di cui il ragazzo si fida: Munoz in precedenza aveva aiutato i ragazzi.
Su consiglio dell’avvocato, Munoz incomincia dall’ostello dove alloggiava Seamus. Nella stanza del ragazzo trova strani libri e dietro uno scaffale, un luogo misterioso con creature ancora più strane e spaventose rispetto a quelle di Red Hook.
Jack perde i sensi e si risveglia fuori dall’edificio: Stephanie, che lo seguiva, lo ha portato in salvo dall’edificio in fiamme. L’uomo ha un indizio, il nome di un amico di Seamus: Ethan Willet.
I due lo trovano alla vicina Brown University, dove il giovane spiega di aver fatto amicizia con Seamus a causa del comune interesse per l’occultismo e l’ipnosi. Tramite quest’ultima, Willet ha provato a far emergere alcuni ricordi dolorosi dalla mente dell’amico, legati all’infanzia al Last Hope e agli orrori vissuti nell’infanzia, ritenuti solo fantasie da Ethan.
Seamus parlava di creature impossibili affrontate eroicamente da Munoz, inoltre ripeteva che le porte si stanno aprendo e che chiave e porta sono la stessa cosa. Per questo voleva scappare, e Willet ipotizza che possa essersi rifugiato in una chiesa abbandonata che secondo Veronique ospitava una setta.
Nell’edificio apparentemente abbandonato, trovano un inquietante individuo che si presenta come “Nyarlathotep, il caos strisciante, il potente messaggero”. Si mettono in salvo grazie a un magico sigillo predisposto da Veronique, che dimostra di essere più di quel che sembra.
Tornati da Ethan Willet, lo obbligano a rivelare il vero nascondiglio di Seamus: nel villaggio maledetto di Pawtuxet, in un bungalow di proprietà dei Ward, una famiglia di maghi per la quale ha prestato servizio come medico uno zio di Willet.
L’edificio si trova sui resti del laboratorio di Joseph Curwen, stregone e antenato dei Ward. Jack e Veronique, preceduti dai poliziotti che stanno cercando Seamus, arrivano al bungalow. I sotterranei conducono a quella che sembra un’enorme cattedrale, infestati da creature mostruose evocate dallo stesso giovane, in trance.
Tornato in sé, Seamus spiega che dopo l’ipnosi di Ethan ha iniziato a vedere e capire i simboli del libro di Wilbur Whateley letto da ragazzino. A questo punto Veronique usa polvere alchemica per liberarsi di Jack e dei poliziotti e portar via il giovane.
In fondo al pozzo dove li ha gettati Veronique, i due poliziotti rivelano a Jack di far parte di un ordine che si oppone ai cultisti che mirano ad aprire varchi verso mondi oscuri, usando i segreti del libro di Whateley.
Raggiunta la Turk’s Head Building a Providence, base di Virginia Lyman, il gruppo si impossessa delle armi collezionate dall'”avvocato”, ma viene attaccato da Veronique, che uccide uno dei due poliziotti. Seamus è la chiave, ma Virginia è il tramite per l’arrivo di Yog-sothoth: il secondo poliziotto lo rivela a Jack prima di essere colpito a morte.
Per evitare che la trasformazione mostruosa si compia, rimane solo Jack: gli avversari, per quanto mostruosi, non sono immuni alle armi da fuoco…
Sviluppo
C’è più varietà rispetto al primo volume, dove la trama risultava molto lineare, probabilmente come conseguenza dell’ispirazione al gioco da tavolo: si ripeteva sistematicamente una stessa sequenza di dinamiche (luogo da raggiungere, difficoltà, nuovo personaggio che aiuta a superare l’ostacolo e si unisce al gruppo).
La trama scorre dunque in modo più avvincente, regalando anche alcuni colpi di scena, benché non del tutto imprevisti.
Anche i disegni hanno acquistato maggiore incisività: aldilà della cupezza e dell’orrore rappresentato dalle creature mostruose – già ben rappresentati nel primo volume – figure, espressioni e ambienti sono maggiormente convincenti.
I personaggi sono in numero minore ma hanno, in proporzione alla loro presenza in scena, un approfondimento e uno sviluppo narrativo (spesso cambiando ruolo).
La composizione delle pagine è particolarmente vivace, grazie alla frequente variazione delle dimensioni e delle forme, alla sovrapposizione delle vignette minori su quelle più ampie, all’utilizzo di margini non paralleli né allineati alla pagina. La colorazione è prevalentemente cupa: sicuramente funzionale al tono del racconto, ma alla lunga un po’ ripetitiva.
Rispetto al primo volume si sente la mancanza dei contenuti speciali che chiudevano il capitolo precedente: copertine alternative e studi preparatori dei personaggi.
Ciclo di Cthulhu
Il gioco e il fumetto si ispirano, come detto, alle opere di H. P. Lovecraft e in particolare al noto Ciclo di Cthulhu, incentrato su un potente essere malefico, antropomorfo ma con testa da polpo, il cui culto prevede sacrifici umani. Compare per la prima volta nel racconto Il richiamo di Cthulhu, del 1928.
Cthulhu è il sacerdote dei Grandi Antichi, creature aliene che si insediarono sulla Terra quando la vita era agli inizi. Fondò la leggendaria R’lyeh, vicino a Ponape (l’odierna Pohnpei, in Micronesia): la città oggi è sommersa e Cthulhu vi giace incosciente, bloccato da un allineamento di stelle, in attesa che un successivo allineamento lo risvegli.
Gli autori
Ideatore con Stefano Vietti della saga Dragonero, Luca Enoch ha creato ed è stato autore completo di Lilith e Gea – le prime due serie Bonelli affidate a un’unica persona – e ha curato testi e disegni di alcuni numeri di Legs Weaver.
Sempre per Bonelli ha scritto la serie Sottosopra, inoltre ha scritto e disegnato Groucho oltre lo specchio per il Grouchomicon n. 3 – ristampato su Dylan Dog Color Fest n. 34.
Ha collaborato anche per l’editore francese Les Humanoïdes Associés, per il quale ha scritto la serie Morgana.
Enoch usa il genere avventuroso per affrontare un discorso politico, in particolare il contrasto tra generazioni e tra atteggiamenti opposti.
Alfio Buscaglia ha disegnato Demon Hunter per Xenia Edizioni, Randal McFly per Editoriale Cosmo, Dragonero eLe Storie n 24 – La voce di un angelo per Sergio Bonelli Editore.
Paolo Francescutto ha lavorato sia per Marvel, per la quale ha colorato un episodio di The Avengers – Initiative, sia per diverse case francesi, in particolare Glénat e Clair de Lune. Insieme a Enoch ha realizzato la serie Sottosopra.