Kochira Katsushika Kameari kōen-mae hashutsujo, meglio noto come Kochikame, è stato un manga shonen scritto e disegnato da Osamu Akimoto. Weekly Shonen Jump di Shueisha ha curato la pubblicazione dell’intera serie dal 1976 al 2016, per un totale di 1960 capitoli e 200 volumi, ottenendo nel 2016 il Guinnes dei primati come serie con il maggior numero di volumi pubblicati. Superati, tuttavia, dalla serie Golgo 13.
La serie è stata adattata in un anime televisivo di 367 episodi da Gallop, in una serie live action, in un dorama del 2009 ed infine in un film cinematografico nel 2011. La serie, vista la sua lunghezza, è attualmente inedita in Italia, così come la serie animata.
In occasione del trentesimo anniversario dell’opera venne realizzato un capitolo crossover con la serie Dragon ball, della quale alcuni personaggi erano comparsi già in un capitolo di Kochikame.
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La trama di Kochikame
Kochikame ha come protagonista un poliziotto di mezza età di nome Ryotsu e nei capitoli del manga vengono seguite le sue disavventure, all’interno e all’esterno della stazione di polizia. Il poliziotto si trova nel bel mezzo di situazioni molto diverse tra di loro assieme ai suoi colleghi di lavoro, presentate in modo divertente e con frequenti battute e citazioni esterne al manga.
Analisi
Kochikame è una serie di grande notorietà in Giappone, poiché è stata seguita per moltissimi anni e vanta, nel suo seguito, dai lettori giovanissimi agli impiegati di mezza età. L’autore ha inteso questa serie come un omaggio alla popolazione lavoratrice, in particolare quella del centro storico di Tokyo.
La serie non utilizza mai delle trame continue ed ogni capitolo si caratterizza come racconto comico autonomo nel quale il protagonista cerca di arricchirsi con uno schema che gli si ritorce irrimediabilmente contro. Ciò ha permesso ai nuovi lettori di capire la storia senza dover recuperare i capitoli precedenti e ha permesso alla serie di rimanere sempre attuale ironizzando sulla cultura pop e sugli eventi del mondo reale.
Lo stile di disegno è classico degli anni Ottanta e anche se ha cercato di adattarsi ai nuovi modelli grafici dei manga, non è mutato drasticamente come accaduto, per esempio, alla serie Le bizzarre avventure di JoJo. Ma si tratta comunque di uno stile di disegno che ben si adatta alla natura comica dell’opera.