Il regista Rintarō, conosciuto per Metropolis e Galaxy Express 999 tra le altre cose, torna alla regia di un cortometraggio di 25 minuti dopo quattordici anni di assenza; con il character design è curato da Katsuhiro Otomo (Akira), verrà proiettato il 20 marzo 2023 nelle sale giapponesi.
La trama
In una Edo immersa nell’oscurità, il Ratto, alias Nezumikozo Jirokichi, è un famoso ladro gentiluomo che ruba ai ricchi per dare ai poveri. Orin è invece una mercantessa che conduce una vita di stenti con il figlio e la yakuza approfitta di lei e delle sue sfortune per scoprire l’identità del Ratto.
Note sul film
Il cortometraggio è un tributo al regista cinematografico giapponese Sadao Yamanaka, morto a soli 28 anni nel 1938. Egli è di notevole importanza per la storia del cinema giapponese, poiché curò il passaggio dal cinema muto a quello sonoro nella terra del Sol Levante; il corto adatterà infatti Nezumikozo Jirokichi – capitolo d’Edo, soggetto originale scritto dalla mano del defunto Yamanaka.
Sarà una co-produzione degli studi giapponesi M2 e GENCO e dello studio francese Miyu; la musica sarà composta da Toshiyuki Honda (Metropolis, Tokyo Babylon) e Mami Koyama sarà la voce narrante.
Le dichiarazioni di Rintarou
Sadao Yamanaka è un autore famoso, caratteristico, morto a 28 anni mentre lavorava nel cinema in un momento focale di passaggio tra il muto e il sonoro. Ho incontrato il suo nome la prima volta mentre lavoravo a Sabu to Ichi.
Come per tutte le prime serie d’animazione storiche è stato Sadatsugu Masuda a registrarne le voci, un professionista molto attivo nell’epoca del muto. Mi ha detto che per lui Sadao Yamanaka era un genio. Prima di quegli anni, non avevo mai avuto l’occasione di vedere i suoi film ma un giorno sono riuscito a scoprire Ninjo Kamifusen al cinema d’essai Namiki-za, vicino al seminterrato di un piccolo edificio in un quartiere di Ginza, Tokyo.
Un film melanconico e tragico che lascia un segno allo spettatore. Ancora oggi mi ricordo di essere uscito dalla sala sconvolto dalla scena finale in cui un pallone di carta di allontana lentamente sopra il piccolo canale di un vicolo con una luce pallida. Questa scena simboleggiava perfettamente il carattere effimero del nostro mondo descritto nel film. Più tardi scoprii, grazie all’home video, Tange Saze Yowa: Hyakuma-ryo no tsubo e Kouchiyama Soshun. Sono davvero rimasto colpito nel primo film per l’abilità di Yamanaka di essere conciso con leggerezza, eleganza e modernità. Per il secondo mi hanno ammaliato l’innovativa messa in scena e la presentazione estremamente contemporanea dei personaggi.