Sergio Bonelli Editore ha pubblicato il 2 dicembre Dylan Dog. Nel segno di Cavazzano, la raccolta completa a colori delle storie dedicate dal noto autore veneziano all’indagatore dell’incubo e a Groucho. La pubblicazione segue di poche settimane l’uscita del volume Giorgio Cavazzano. Un veneziano alla corte del fumetto.
Con copertina dello stesso Cavazzano, il volume cartonato ha 144 pagine in formato 19×26 cm a colori ed è in vendita in libreria e fumetteria a 26 euro, in offerta a 23,75 su Amazon.
Le tre storie sono state scritte da Tito Faraci e Francesco Artibani: Stardust, lungo inedito dedicato a Groucho, Manichini (pubblicata per la prima volta sul Dylan Dog Color Fest n. 4, nell’aprile del 2010), Una scatola in polvere (Grouchomicon, novembre 2017).
Il talento di Cavazzano viene valorizzato dai testi di Faraci e Artibani, trovando terreno più fertile con Groucho ma dando ottimi risultati anche con l’indagatore dell’incubo creato da Tiziano Sclavi.
Il volume si chiude con una prosa elegante e ironica con cui Graziano Origa tratteggia la trama dei 3 racconti, il tutto impreziosito da alcune bozze delle tavole.
Stardust
Dylan Dog riceve da Mr. Nash una proposta per un film che giudica orrendo e vorrebbe rifiutare. Nonostante le 50.000 sterline di anticipo, sono le insistenze di Groucho a fargli cambiare idea, a patto che si occupi di tutto l’assistente, che viene nominato supervisore artistico della pellicola.
Nel tentativo di risolvere un battibecco tra il protagonista e Howard Duncan, un attore cult del cinema horror, Groucho viene portato per sbaglio su Stardust, un’isola resort dove molte star si ritirano dopo aver simulato la morte. La spalla di Dylan Dog, che ha portato con sé il cane Elvis, nel cast della pellicola, incrocia James Dean, Marilyn Monroe ed Elvis Presley, poi viene chiarito il malinteso.
Scopriamo qualche informazione in più grazie alla spiegazione del maldestro Orville O’Shee (che non verrà cacciato dal resort perché figlio del proprietario, Neville): ai clienti che scelgono di sparire viene dato un siero rigenerante che frena l’invecchiamento, in cambio della cessione di ogni proprietà.
Spinto dalla curiosità, Groucho va alla festa di Elvis, incontra molte celebrità, tra cui Jim Morrison e Jimi Hendrix, e scopre che è Nash a occuparsi di inscenare le “sparizioni”.
In breve, Groucho diventa l’anima della festa, scatenando l’invidia di Duncan, il quale rivela che si tratta di un impostore. Il protagonista viene portato al cospetto di Neville, che si rivela molto più spietato del figlio, e ordina alle guardie del resort di eliminare Groucho. L’assistente di Dylan Dog viene salvato dall’intervento di Elvis.
Orville aiuta Groucho a tornare a Londra grazie al dislocatore. James, Elvis e Marilyn decidono di andare con lui, ma solo per vivere un’ultima giornata nel mondo reale: come previsto da Neville, i tre rientrano nel resort. Marylin si è portata dietro il cane Elvis: un fatto addolora il produttore Nash e lo porta a chiedere a Groucho la restituzione dell’anticipo.
L’umorismo della storia non risparmia i vizi della società dello spettacolo: dalla denigrazione del talento (i meriti dell’attore che impersona Dylan Dog sono la partecipazione ai reality e il successo sui social) all’ossessione del politicamente corretto (a interpretare Groucho viene ingaggiato un orientale albino e vegano).
L’ironia, che può contare sui testi di Francesco Artibani e i disegni di Cavazzano, viene affidata principalmente a Groucho, che per l’occasione dunque abbandona – parzialmente – la raffica di freddure. Le tavole sono valorizzate dalla colorazione di Alessia Nocera.
Manichini
Dylan Dog è molto innamorato di Helena, ragazza svedese conosciuta due giorni prima, che conosce due parole di inglese: Dylan e amore. Con qualche riluttanza dell’Old Boy, i due effettuano una visita guidata dell’incrociatore Belfast, ormeggiato sul Tamigi. All’interno della nave, al posto dei marinai ci sono manichini.
Convinti da un bambino indisponente, i due ignorano il divieto perentorio di entrare in una stanza: chiusi dentro dal piccolo, trovano all’interno alcuni marinai vivi, rimasti lì dalla dismissione dell’incrociatore, avvenuta mezzo secolo prima.
Scoprono così che quella nave è su un’altra dimensione e ospita marinai che si sono ritirati dalla vita reale: bombardano una Londa abitata solo da manichini, per ricominciare da capo quando arrivano ai confini cittadini. Il problema è che Helena e l’indagatore dell’incubo nel giro di 24 ore saranno sostituiti nel mondo reale da due manichini. Dylan Dog scopre che sui fantocci c’è il logo della Dummy Farm, una fabbrica londinese di cui si è cliente, e decide di indagare sul posto.
Qui i due trovano i due manichini che stanno per sostituirli, e vengono attaccati da una versione animata dei mostri che Dylan ha in studio, per poi trovare in modo rocambolesco la via per il ritorno al mondo reale.
Tito Faraci in trenta pagine porta Dylan Dog in una dimensione da Ai confini della realtà, per poi naturalmente restituirlo alla sua “normalità”. Il tratto di Cavazzano coniuga umorismo a cura dei dettagli. Grazie in particolare alla colorazione di Luca Bertelè e Manuela Nerolini, molte tavole ricordano, più del racconto precedente, le pagine di Topolino.
La storia mantiene tuttavia, se non l’atmosfera, il mistero delle vicende dell’indagatore dell’incubo, nonché alcuni elementi tipici (la fidanzata di turno, le freddure di Groucho, il finale volutamente privo di una spiegazione).
Una scatola in polvere
In assenza di Dylan Dog, Groucho riceve tre clienti, Harry Spoulding, la moglie Janet e la figlia Olivia. Dopo averli bersagliati con raffiche di battute, ascolta il problema: hanno cremato e sepolto il capitano Spoulding, padre di Harry, come da sue richieste, ma sono tormentati da un fantasma, e non sembra nemmeno essere il suo.
In effetti il caso è piuttosto semplice: le ceneri del capitano sono state confuse con quella della signora Eudora Hall, che infesta la casa dei clienti di Groucho, comprensibilmente irritata per non essere stata accontentata dai figli. La donna voleva il vestito a fiori e la bara foderata di raso, ma è stata cremata, ha un altro vestito e si ritrova in casa di sconosciuti, troppo stanca per andare a cercare casa sua. Il problema viene risolto con l’idea di Groucho, metterla nell’urna.
Le brutte sorprese per Eudora non sono finite: la casa è stata messa in vendita dai figli, che hanno abbandonato nel cortile tutti gli oggetti della mamma. La vendetta della signora Hall si scatena contro gli addetti del cimitero. Si tratta di criminali che prima di cremare i defunti prelevano gioielli e denti d’oro e che, una volta scoperti, cercano di uccidere l’assistente di Dylan Dog per evitare che li denunci.
L’intervento di Eudora salva Groucho, che sacrifica l’urna della donna per mettere fuori combattimento i due malfattori. La donna ha accettato la sua nuova condizione e ha preso in simpatia il protagonista.
Il racconto diverte alternando le freddure di Groucho allo humour nero, esaltando ancora il tratto del disegnatore.
L’autore – Giorgio Cavazzano
Veneziano, allievo del concittadino Romano Scarpa, Giorgio Cavazzano è attivo nel mondo dei fumetti dagli anni 60: il suo esordio come disegnatore avviene nel su Topolino n. 611 del 13 agosto 1967, con la storia Paperino e il singhiozzo a martello, ma già l’anno prima aveva inchiostrato Topolino e gli abeti himalayani, disegnata da Scarpa e pubblicata sul n. 634 de Gli albi della rosa.
Autore di oltre 700 storie a fumetti, ha sviluppato uno stile personale divenuto parte integrante delle storie Disney. Ispirato da Scarpa e da Carl Barks per i Paperi, Paul Murry per Topolino & C. Altre fonti: Toppi, Battaglia, Giraud, Hermann, Caniff, Toth, ma soprattutto Albert Uderzo.
Per il mensile Il Mago disegna I due colonnelli, Slim Norton e – in collaborazione con Tiziano Sclavi – Altai & Jonson, coppia di investigatori sgangherati creati insieme allo stesso autore pavese per il Corriere dei Ragazzi nel 1975. Sempre con Sclavi, nel 1979, realizza le storie di un giovane avventuriero del vecchio west, Silas Finn, per la rivista tedesca Zack.
Oltre ad averne creati molti, Giorgio Cavazzano ha lavorato su noti personaggi altrui, come Spider-Man, Dylan Dog e Lupo Alberto. Nel 1992 ha ricevuto il Premio Yellow Kid al Salone Internazionale dei Comics del 1992.
Dopo la formazione come tecnico del cinema d’animazione, Francesco Artebani ha iniziato a collaborare nel 1991 con Disney Italia, esordendo con la storia Topolino e il fantasma canoro e curando in particolare la testata Paperino. Autore di numerose storie per Topolino, Pikkappa, MM, X-Mickey e Witch. Sempre per Disney, ha rivisitato Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta, Il visconte dimezzato di Italo Calvino e Le furberie di Scapino di Molière.
Ha creato la serie Kylion e, con la moglie Katja Centomo, la serie su Monster Allergy. Ha scritto molte storie di Lupo Alberto e ha realizzato due miniserie televisive Marvel, X-Campus e Young Doctor Strange. Ha lavorato come supervisore e story editor per le serie animate Winx Club, Tommy & Oscar, Sopra i tetti di Venezia, Pop Pixie, Mostri & Pirati, Le straordinarie avventure di Jules Verne, Spike Team e Il Generale e i Fratellini d’Italia.
Per il mercato francese ha prodotto le serie Le Maître Rouge, Jimmy Jones e Willy Wonder.
Luca “Tito” Faraci ha una lunga esperienza come sceneggiatore Disney (Topolino, PKNA), Bonelli (Dylan Dog, Martin Mystère, Zagor, Nick Raider e Magico Vento), Astorina (Diabolik), McK Publishing (Lupo Alberto) ed è stato uno dei primi autori italiani a lavorare per la Marvel (Spider-Man, Devil e Capitan America).