Il penultimo episodio della stagione di Ms. Marvel si intitola Time and Again. E, subito dopo un “Previously on” che ricapitola i travagli del ramo materno della famiglia di Kamala Khan e il pericolo rappresentato dai Clandestine, ci spostiamo negli anni 40 con un documentario che ripercorre il cammino dell’indipendenza indiana dall’Inghilterra e la separazione tra India e Pakistan.
Come il precedente, il quinto episodio è diretto dalla giornalista, attivista e regista canadese Sharmeen Obaid-Chinoy, vincitrice di sei Emmy Awards e di un Oscar per Saving Face: prima pakistana a vincere la statuetta, e una delle 11 registe ad aver vinto il premio per un’opera non fiction. La sceneggiatura è di Fatimah Asghar e Bisha K. Ali. Con 38 minuti di durata, è l’episodio più breve della stagione finora.
Trama di Ms. Marvel, episodio 5
La puntata si apre, come detto, con un “previously” che ricapitola le questioni familiari di Kamala e il pericolo rappresentato dai Clandestine, seguito da un documentario sulla liberazione dell’India dagli Inglesi, nel 1947 dopo 200 anni di dominio, e la divisione tra lo Stato laico a maggioranza induista e lo stato musulmano, il Pakistan, con conseguenti migrazioni di massa e disordini.
Vediamo Aisha scappare da un soldato inglese e poi, raggiunta, ucciderlo. Poco dopo, la Djinn ascolta un uomo che incita a seguire Gandhi e impegnarsi per liberare il Paese, anche a costo della vita. Aisha dorme nel campo di rose dell’uomo, Hasan, il quale sa che la donna scappa da qualcosa, la accoglie a casa sua e le dedica una poesia che dice, tra le altre cose, “Ciò che cerchi cerca te” (la frase incisa sul braccialetto). A quel punto lei rivela il suo nome, Aisha: “Colei che vive”, spiega l’uomo.
I due si innamorano, mettono su famiglia e nasce Sana, futura nonna di Kamala. Intanto salgono le tensioni tra induisti e musulmani: la coppia ha difficoltà a lavorare e comprare il necessario, osteggiata dalla maggioranza indù.
Aisha viene raggiunta da Najma, che l’ha cercata a lungo e ora vuole portare a termine il piano per tornare a casa grazie al braccialetto. Aisha dice di aver pensato che i suoi simili fossero morti, non lo ammette ma vuole restare dov’è, perciò prende tempo con la scusa di dover recuperare il gioiello nascosto.
Usando la motivazione delle persecuzioni, la donna propone ad Hasan di fuggire e dona il braccialetto a Sana: “Questo ti terrà al sicuro ovunque tu vada”. Andando verso il treno che porta in Pakistan, Hasan chiede quale sia il vero motivo e chi fosse l’altra donna. Aisha rivela parzialmente la sua natura, spiegando solo di essere “magica” e facendo illuminare il braccialetto dato alla bambina.
Alla stazione, vedendo arrivare Najma, Aisha scappa, lasciando Sana ad Hasan e ricordandogli la promessa di far salire la bambina sul treno. Nella calca, mentre cerca di trovare spazio sul treno, l’uomo scopre di aver perso di vista la figlia.
Najma ferisce a morte Aisha, che però fa in tempo di attivare a distanza il braccialetto per aiutare padre e figlia a ritrovarsi, grazie all’arrivo di Kamala: alla fine del quarto episodio la protagonista era entrata in quella che sembrava solo una visione, ma scopriamo con lei che è sempre stata parte della storia che le raccontavano. Incoraggiata dalla bisnonna morente, la ragazza crea delle piattaforme di luce per dirigere Sana, la quale emette delle stelle che la portano da Hasan.
Nel presente, Muneeba è molto preoccupata perché Kamala non è tornata a casa. Tornata nel presente, la ragazza scopre con sconcerto che il velo di Noor si sta aprendo. I Clandestine pensano di poter finalmente tornare a casa, ma le emissioni di luce sono distruttive: la prima a farne le spese è Fariha.
Kamala chiede a Kareem di far evacuare la zona, crea muri difensivi, cerca di chiudere la breccia nel velo, infine cerca di convincere Najma a collaborare, proponendogli di non lasciare Karmal senza famiglia, perché non viva le privazioni di Aisha. La donna si avvicina alla breccia e “chiama” il figlio, abbandonato per aver aiutato Kamala: anche lei viene distrutta, ma il ragazzo riceve il Noor e il suo potere, con il quale riesce ad evadere dal carcere di massima sicurezza del Damage Control.
Grazie al suggerimento del cugino, Muneeba ha localizzato Kamala tramite il cellulare: la raggiunge insieme a Sana e scopre che la figlia è Light girl. Sana dà una spiegazione: “Due persone si sono innamorate e hanno creato qualcosa, qualcosa di molto più grande di quello che uno di loro avrebbe creato da solo”. Superato lo sgomento, le tre donne sono molto contente.
Kamala consegna alla nonna la foto di famiglia ricevuta da Aisha, poi ringrazia Kareem, il quale le dice che Waleed sarebbe orgoglioso di lei, le dice di chiamarla in caso di necessità e le regala la sciarpa con cui si copre il volto. La mamma raccoglie da terra la collana di Kamala: rompendosi, la scritta Kamala in hurdu ha assunto il fulmine tipico dell’iconografia del personaggio. Tornate a casa, le tre donne guardano le vecchie foto e superano ulteriormente le incomprensioni passate.
A Jersey City, Kamran non sa dove andare – anche se è sicura che la madre tornerà – e chiede ospitalità a “Brian”, scoprendo con imbarazzo che si chiama Bruno. I due ricominciano da capo e fanno amicizia. Su Kamran incombe Damage Control, infatti un drone lo localizza: il giovane con un’emissione di luce manomette la macchina, la quale però con un raggio distrugge il negozio dove lavora Bruno.
Sviluppo
L’apertura vede il logo Marvel seppiato e in formato “vintage”, per un raccordo ottimale con il documentario ambientato negli anni 40. La poesia citata da Hasan è del teologo persiano del XIII secolo Gialal al-Din Rumi.
Arriva anche il riferimento a un’altra grande rockstar del New Jersey, Bruce Springsteen (storpiato in Springfield da Sana), ma la mamma da giovane non era scappata per vedere il Boss, bensì Bon Jovi.
Il ritrovamento di Kamala è occasione per un ulteriore riavvicinamento tra madri e figlie: Sana conclude che il suo viaggio probabilmente non era fisico, ma questa riappacificazione con Muneeba.
Desta qualche perplessità il fatto che nella penultima puntata si sia apparentemente risolto il problema che risultava centrale, il rientro dei Clandestine con conseguente rischio di distruzione del mondo. I poteri della leader Najma sono stati ereditati dal figlio Kareem, improvvisamente riaccolto: si tratta dell’elemento più ragionevole del gruppo di Djinn, ma potrebbe diventare più simile a quello visto nei fumetti.
Ora il problema sembra rappresentato dal Damage Control (dietro cui si cela l’Inventore?): una questione che si risolverà nell’ultima puntata o sarà rimandata alla seconda stagione di Ms. Marvel, ancora da confermare?
Difficile pensare che questa trama si sviluppi nel film The Marvels, sequel di Captain Marvel in programma tra un anno, dove Kamala Khan sarà affiancata da Captain Marvel e da Monica Rambeau (anch’essa presumibilmente dotata di poteri cosmici dopo aver assorbito parte dell’energia di Wanda Maximoff/Scarlet Witch): una squadra un po’ eccessiva per affrontare la Damage Control o l’Inventore. Il capitano avrà nuovamente il volto di Bree Larson, così come Teyonah Parris riprenderà il ruolo di Monica interpretato in Wandavision.
Riferimenti cartacei
Kamala ha ricevuto nelle ultime puntate diversi oggetti che rendono il suo abbigliamento più simile al costume che indossa nei fumetti, come la mascherina da Brian e il tessuto da Waleed. Come abbiamo visto, alla fine della quinta puntata arrivano altri due elementi: Kareem le regala la sua sciarpa rossa, e la collana, rompendosi, ha modificato la scritta Kamala in hurdu, rendendola molto simile al fulmine che campeggia sul costume “cartaceo” (come in uno di quelli storici della prima Ms. Marvel, Carol Danvers).
Con la Noor ricevuta da Najma, Kamran ottiene poteri simili a quelli di cui è dotato nei fumetti, dove emette energia luminosa, trasferendola in altri corpi e provocando esplosioni. Il personaggio ha fatto il suo esordio nell’arco scritto da G. Willow Wilson e disegnato da Takeshi Miyazawa. Finora nella serie TV Kamran è stato molto benevolo e ragionevole, ma potrebbe evolvere in modo più simile alla versione cartacea, dove manipola Kamala e usa i suoi poteri per cause bellicose.
Ms. Marvel, il fumetto
Inizialmente dietro la maschera di Ms. Marvel, ideata nel 1977 da Gerry Conway e John Buscema, si cela Carol Danvers, ufficiale dell’aeronautica statunitense, personaggio creato 9 anni prima di Roy Thomas e Gene Colan, al suo esordio in Marvel Super-Heroes n. 13.
L’identità di Ms. Marvel negli anni successivi è stata utilizzata anche da Sharon Ventura, Karla Sofen e soprattutto Kamala Khan, creata da Sana Amanat, G. Willow Wilson e Adrian Alphona – che ha avuto un impatto significativo sui fumetti Marvel: prima supereroina musulmana dell’editore, è una adolescente inumana con la capacità di allungarsi, nel giro di poco tempo entra negli Avengers.
A Ms. Marvel sono state dedicate quattro serie a fumetti omonime, due con Carol Danvers e due con Kamala Khan: una pubblicata tra il 1977 e il 1979, di Gerry Conway, Chris Claremont e John Buscema, una tra il 2006 e il 2010, di Brian Reed, quindi la prima dedicata alla più recente versione del personaggio, tra il 2014 e il 2015 (nell’ambito di All New All Different Marvel), infine la serie del 2016.
Nel frattempo Carol Danvers ha assunto l’identità di Captain Marvel, mentre a Kamala Khan sono state dedicate la serie di 18 numeri The Magnificent Ms. Marvel e la miniserie di quest’anno Ms. Marvel: Beyond the Limit.