Seeing Red, quarto episodio della serie TV Ms. Marvel, è diretto dalla giornalista, attivista e regista canadese Sharmeen Obaid-Chinoy, vincitrice di sei Emmy Awards e di un Oscar per Saving Face: prima pakistana a vincere la statuetta, e una delle 11 registe ad aver vinto il premio per un’opera non fiction. La sceneggiatura, che trae spunto dalle esperienze di Obaid-Chinoy, è scritta da Sabir Pirzada (Moon Knight, Roswell, New Mexico, Person of Interest), AC Bradley e Matthew Chauncey (entrambi autori di What If…?).
Da Jersey City ci spostiamo in Pakistan, a Karachi e scopriamo nuovi aspetti legati alla famiglia di Kamala e ai Djinn.
Trama
L’invito di nonna Sana porta Kamala e la Muneeba a Karachi: durante il viaggio madre e figlia litigano, inoltre Nakia – offesa per essere stata informata dei poteri della protagonista – non risponde ai messaggi di Kamala.
All’aeroporto Sana e i cugini accolgono le due parenti americane. La nonna spiega a Kamala che con il disegno ha cercato di conservare quel poco che della storia della famiglia che non è andato perso con la Partizione e che con la visione del treno il braccialetto cerca di trasmettere un messaggio. Kamala vuole sapere se davvero è un Djinn, e Sana risponde con nonchalance: “Si naturalmente”. Aggiungendo “Almeno questo è quello che mi ha detto mio padre. È solo genetica!”
La nonna rivendica il ruolo positivo del braccialetto: l’ultima volta che è stato usato, le ha salvato la vita durante la Partizione: racconta di come è stata separata dal padre vicino al binario del treno, ma ha trovato la strada per ritrovarlo seguendo la “scia di stelle”, grazie al gioiello. Ora insieme alla nipote potrà cercare di capire che significato ha la visione del treno.
Il giorno successivo, dopo un pranzo reso difficile dall’abbigliamento ritenuto inadeguato e dal cibo troppo speziato, Kamala fa un giro turistico con i cugini, quindi si congeda per raggiungere la stazione ferroviaria alla ricerca del treno. Qui si interessa a una zona chiusa al pubblico per lavori, ma vede un pugnale conficcarsi nel muro: viene attaccata da un Kareem, giovane mascherato che è stato allarmato dalla Noor del braccialetto e la crede una dei ClanDestine, ma capisce che non è così e le chiede come ha avuto il braccialetto da Aisha.
All’arrivo delle guardie, i due fuggono insieme nel rifugio del gruppo di Kareem, i Pugnali Rossi, un gruppo di guerrieri comandati da Waleed, il quale molte cose a Kamala: i Clandestini e Aisha provengono da un altro regno, una delle tante dimensioni intorno a noi, collegata alla nostra, ma che non possiamo vedere. Waleed utilizza una mappa dall’aspetto magico che si sovrappone al planisfero per mostrare come coesistono i diversi mondi.
I Clandestine vuole usare il braccialetto per rompere il Velo di Noor, che separa e nasconde la loro dimensione dalla nostra: un evento catastrofico che distruggerebbe il nostro mondo. A contrastarli ci sono appunto i Pugnali Rossi come Kareem, abili nel combattimento e nell’uso dell’arma bianca ma privi di capacità sovrumane.
Rientrata a casa, Kamala viene ulteriormente rassicurata dalla nonna. La protagonista e Kareem vanno molto d’accordo, inoltre Kamala fraternizza anche con gli amici del giovane: dovendo comunicare un soprannome, utilizza quello che usa sul web, Sloth Baby (piccolo bradipo). Nel frattempo, il gruppo di Djinn riesce a fuggire dalla prigione di massima sicurezza del DOCD, Department of Control Damage, ma Kamran, ferito, viene abbandonato dalla madre Najma per aver aiutato Kamala (“ha fatto la sua scelta”).
Waleed dà a Kamala un indumento viola per ricordarle le sue radici (e che ricorda ancora di più il costume dei fumetti), e la ragazza si allena con i Pugnali Rossi per imparare a usare meglio i suoi poteri, ma Clandestine irrompono nella sede. Waleed aiuta i due giovani a fuggire per le vie di Karachi, ma per fermare l’inseguitore dei due giovani consente a Najma di ucciderlo. Durante il combattimento, Najma colpisce con la sua arma il braccialetto di Kamala: la ragazza ha una visione della notte della Partizione, tra i binari degli ultimi treni in partenza per il Pakistan.
Sviluppo
La puntata che inaugura la seconda metà della stagione ci porta non solo in un contesto geograficamente molto diverso da Jersey City, il Pakistan, ma più all’interno del contesto mitologico di quelli che al momento sono gli avversari della protagonista, i Clandestine, e la specie cui entrambi appartengono, i Djinn. Questi ultimi non sono come quelli delle favole o dei testi religiosi, ma il termine indica genericamente un essere straordinario: se Thor fosse arrivato sull’Hymalaya, probabilmente sarebbe stato chiamato Djinn.
Scopriamo qualcosa di più anche sul braccialetto e sui poteri di Kamala. Sul primo, Waleed scopre l’iscrizione e la traduce: “Quello che cerchi ti sta cercando”. Il Noor invece è la fonte energetica del regno dei Clandestine, ma è anche la sostanza del velo e dei poteri della protagonista. Waleed inoltre spiega alla ragazza che probabilmente è il DNA di Kamala (in parte terrestre) a consentirle di plasmare la Noor sul nostro pianeta: la sua umanità la lega alla materia di questo mondo.
C’è un chiarimento tra Muneeba e Sana: la prima non era scappata dalla madre, ma dai vicini che la evitavano (per le pazze teorie della madre). Sana rivendica di aver voluto condividere con lei i suoi ricordi, ma Muneeba avrebbe voluto semplicemente una madre.
La prigione di massima sicurezza da cui evadono i Clandestine compare brevemente anche nel trailer di She-Hulk. Nei ritratti fatti da Sana, il volto del padre (bisnonno di Kamala) ha i lineamenti di Fawad Khan, uno dei più famosi attori e cantanti pakistani. Kareem è interpretato da Aramis Knight, star di Into the Badlands, mentre Waleed daFarhan Akhtar, regista, attore e produttore di Bollywood.
La serie, pur con un taglio molto adatto al pubblico giovanile, affronta tematiche importanti. Oltre alla vita e i problemi dei cittadini musulmani in America, alle difficoltà delle giovani donne nelle loro comunità tradizionaliste, viene dato spazio a un evento storico poco affrontato, la Partizione che nel 1946 divise Pakistan e Inghilterra, senza sorvolare sulle responsabilità inglesi.
“C’è un confine segnato dal sangue e dal dolore. Le persone rivendicano la loro identità sulla base di un’idea che qualche vecchio inglese aveva quando stavano fuggendo dal Paese”, dice Sana a Kamala, spiegando le difficoltà dell’essere divisi tra radici indiane e nazionalità pakistana.
Creato da G. Willow Wilson e Mirka Andolfo, Kareem nei fumetti è il vigilante non superpotente chiamato Red Dagger (Pugnale Rosso), protettore di Karachi. Nella serie, i Pugnali Rossi sono un gruppo che difende gli innocenti dagli invisibili (i Clandestine).
Riferimenti cartacei
Il quarto episodio della serie Ms. Marvel si ispira al n. 12 dell’omonimo fumetto cartaceo: in Ms. Marvel n. 12, Kamala visita Karachi per incontrare la sua famiglia e scappare dalle preoccupazioni in patria. Durante la puntata compare un QR Code che consente di leggere gratuitamente il fumetto in questione.
Kareem nei fumetti è amico di famiglia di Kamala, e di notte diventa il vigilante Laal Khanjeer/Red Dagger (Pugnale Rosso, appunto): appare proprio nel n. 12 di Ms. Marvel ed è stato creato da G. Willow Wilson e Mirka Andolfo. Nella serie TV, i Red Daggers sono un gruppo di combattenti che proteggono gli innocenti dai Clandestine, e Kareem è il rappresentante più giovane.
Alla stazione di Karachi, il poster di Ant-Man, con la scritta “You can start small and still be larger than life” cita la serie cartacea dedicata all’eroe nel 2015, intitolata appunto Ant-Man: larger than life, di Corona Pilgrim e Andrea Divito. Sotto la scritta, nel murales si legge “Karachi x Avengers Series p 4 – Artist Saira Hussain after Adrian Alphona”. Il disegnatore Adrian Alphona è co-creatore di Kamala Khan.
Ms. Marvel, il fumetto
Inizialmente dietro la maschera di Ms Marvel, ideata nel 1977 da Gerry Conway e John Buscema, si cela Carol Danvers, ufficiale dell’aeronautica statunitense, personaggio creato 9 anni prima di Roy Thomas e Gene Colan, al suo esordio in Marvel Super-Heroes n. 13.
L’identità di Ms. Marvel negli anni successivi è stata utilizzata anche da Sharon Ventura, Karla Sofen e soprattutto Kamala Khan, creata da Sana Amanat, G. Willow Wilson e Adrian Alphona – che ha avuto un impatto significativo sui fumetti Marvel: prima supereroina musulmana dell’editore, è una adolescente inumana con la capacità di allungarsi, nel giro di poco tempo entra negli Avengers.
A Ms Marvel sono state dedicate quattro serie a fumetti omonime, due con Carol Danvers e due con Kamala Khan: una pubblicata tra il 1977 e il 1979, di Gerry Conway, Chris Claremont e John Buscema, una tra il 2006 e il 2010, di Brian Reed, quindi la prima dedicata alla più recente versione del personaggio, tra il 2014 e il 2015 (nell’ambito di All New All Different Marvel), infine la serie del 2016.
Nel frattempo Carol Danvers ha assunto l’identità di Captain Marvel, mentre a Kamala Khan sono state dedicate la serie di 18 numeri The Magnificent Ms. Marvel e la miniserie di quest’anno Ms. Marvel: Beyond the Limit.