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Va tutto bene, la nostra recensione

Massimo Sola 3 anni fa 2 commenti 6
 

Realizzata come autore unico da Nicolò Fila, Va tutto bene è la drammatica storia di un’insegnante problematica: il titolo è lo stesso della seconda opera dello spagnolo Alberto Madrigal (in originale Todo va bien), pubblicato nel 2015 da Bao. Lo spillato del fumetto di Fila ha 72 pagine, è stato pubblicato il 3 marzo 2022 da Shockdom all’interno della collana Yep! ed è disponibile in libreria, fumetteria e online. Costa 15 euro ed è destinato a un pubblico maturo, come precisa la quarta di copertina.

Contenuti
Trama di Va tutto beneSviluppoNicolò Fila, l’autore

Va tutto bene

Trama di Va tutto bene

Luisa Broglio lavora come maestra in una scuola primaria, ma non si può dire che insegni: tratta gli alunni con un atteggiamento che supera la severità e diventa tirannia e sadismo: si compiace quando mette in difficoltà i bambini, senza alcuna considerazione dell’età, della pressione che lei stessa mette addosso, dell’impegno delle difficoltà oggettive come la dislessia di Rachele.

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Scopriamo presto che dietro questo comportamento decisamente inadeguato per una maestra delle elementari, ci sono cause profonde che riguardano il passato e il presente di Luisa. è una donna sola, triste, disturbata. Con i genitori di Rachele manifesta la sua opinione sullo scarso impegno della bambina, ma di fronte agli adulti perde in pochi secondi l’atteggiamento altezzoso e prepotente.

Innamorata del brillante e atletico Mauro, Luisa viene illusa da una bottiglia di vino che il collega le regala per il compleanno, ma scopre che in realtà il maestro è impegnato con la bidella Anna. Ancora una volta, la protagonista sfoga le sue frustrazioni sui bambini.

Va tutto bene

La sera, mentre si consola con il vino ricevuto in regalo, vede una bambina avvicinarsi alla sua abitazione: scende con in mano la bottiglia quasi vuota, scopre che si tratta di Rachele, intenta a scrivere un insulto sulla sua buca delle lettere. La insulta e la spintona, scatenando l’accesa reazione della bambina, che oltre a morderla la mette di fronte al suo bullismo e alla sua mancanza di affetti. Luisa, in preda alla collera e all’alcol, colpisce la bambina con la bottiglia e, senza volerlo, la uccide.

All’arrivo dei compagni di classe, Luisa è presa dal panico: porta in casa il corpo della bambina e lo mette nel congelatore. Inizia l’incubo della protagonista, che ha perso definitivamente la razionalità. Inizia a ripetersi Va tutto bene, si racconta che la colpa è dei genitori che lasciano troppa libertà ai bambini, sogna Rachele, sente la sua voce e crede di vederla uscire dal congelatore.

Quando sente le colleghe osservare che la bambina stava girando nella frazione dove abita lei, carica in macchina il corpo della bambina per poi buttarlo nel fiume. Le allucinazioni, uditive e visive, peggiorano, rendendo evidenti ai colleghi i suoi problemi. Scopriamo che da piccola Luisa era bullizzata dai coetanei e maltrattata da padre. Spaventata dal pensiero del genitore, fugge in auto ormai priva di ogni controllo.

Sviluppo

Fila, che si è occupato anche del lettering, mantiene i toni del racconto molto drammatici, sia con la scrittura, in particolare i dialoghi, sia con il disegno, che perde volutamente il realismo durante le alterazioni della protagonista. Non solo il volto di Luisa si espande e viene deformato dalla rabbia, ma le stesse prospettive sembrano adeguarsi all’allucinazione della protagonista, il cui stato d’animo è evidenziato anche dalla quasi costante collocazione in ombra o nell’oscurità, a fronte di soggetti in piena luce o su sfondo bianco.

Il tutto viene valorizzato dalla quadricromia: al tratto nero si abbinano le tinte viola, il bianco è usato, oltre che per i bordi delle vignette, per i già citati e sporadici sfondi che evidenziano per contrasto l’oscurità di Luisa, mentre nei momenti più drammatici il rosso enfatizza balloon, occhi e sangue.

Buona anche la dinamicità delle pagine, con le griglie che variano spesso, e le vignette che spesso abbandonano la classica forma rettangolare o quadrata per diventare trapezi, o vengono “bucate” dal soggetto. Una lettura che appassiona, tiene con il fiato sospeso e lascia l’amaro in bocca.

Nicolò Fila, l’autore

Oggi trentenne e autore completo, Nicolò Fila ha frequentato per tre anni il corso di fumetto alla Scuola Internazionale di Comics di Torino, quindi è entrato nel collettivo di Potpourri Comics nel 2011, che frequenta tutt’ora e ringrazia in apertura di volume. Per il collettivo ha inchiostrato il primo volume di Turno Spezzato, mentre per Edizioni BeccoGiallo ha realizzato le tavole di L’Aquila 3:32.

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2 commenti 2 commenti
  • Avatar di nicolò fila Nicolò Fila ha detto:
    31 Marzo 2022 alle 11:03

    Grazie grazie grazie mille per la recensione!!!

    Rispondi
    • Avatar di massimo sola Massimo Sola ha detto:
      31 Marzo 2022 alle 16:43

      Grazie, speriamo di aver interpretato correttamente le scelte artistiche. Buon lavoro!

      Rispondi

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