Siamo in guerra, non c’è più spazio per relax e buoni sentimenti. A meno che tu non sia Hikaru Mikami.
Il settimo volume di Dien Bien Phu è disponibile per l’acquisto in formato cartaceo e sullo shop digitale di Bao Publishing.
La trama di Dien Bien Phu 6
Si parte subito con una scena ad alta intensità. Abbandoniamo per un momento il Vietnam per spostarci alle Hawai, a Pearl Harbour. E’ il 1941 e uno stormo di caccia Zero si avventa sulla base americana. Il primo grande attacco subito dagli Stati Uniti sul loro territorio, storicamente isolato e ben protetto, a migliaia di chilometri dal nemico. Una vergogna cancellata poco più di tre anni dopo con il più grande attacco che l’umanità ricordi verso una popolazione. Prima Hiroshima, poi Nagasaki. Due palle di fuoco, che hanno segnato la fine di innumerevoli vite, e, per il popolo giapponese, anche la fine della guerra. Nello stesso istante, nasceva Hikaru Mikami.
Ventidue anni dopo torniamo in Vietnam. La Principessa è in Cina, per addestrarsi prima della rivoluzione. Al suo posto ci sono i tre astragali neri a supportare le truppe. Lon, Nol, Thi, questi i loro nomi. Una forza combattiva paragonabile a quella della principessa e uno spirito altrettanto potente. Nel loro villaggio i bambini provano ad emularne le gesta, nella speranza che non ci sia bisogno di mettere in pratica gli insegnamenti.
Hikaru è ormai una specie di prigioniero di guerra, portato lì dalla Principessa dopo la sua fuga, una defezione in piena regola. Un anno è già trascorso e l’ex fotografo sta cercando di abituarsi alla nuova vita. I suoi progetti includono una relazione a distanza, durante la quale imparare a lavorare la terra, per diventare un contadino alla fine della guerra.
a Saigon intanto Bao è diventato un eroe di guerra. Dopotutto è stato lui ad eliminare i berretti verdi. O almeno questo si racconta per le strade.
Anche in patria le cose non vanno meglio. Jimi Hendrix e altri come lui riempivano le arene di gente contraria al conflitto, che ha causato sofferenza su entrambi gli schieramenti.
Si avvicina il capodanno lunare, data molto importante per i vietnamiti. Sopratutto quest’anno. Ha inizio la grande offensiva del Tet, un attacco a sorpresa paragonabile a quello di Pearl Harbour. Un punto di svolta per la guerra, le cui conseguenze ci saranno mostrate nel prossimo volume.
L’opera
Il clima è cambiato e così anche il tono degli eventi narrati. Pur mantenendo il solito approccio fatto di metafore, dove interi battaglioni sono rappresentati da piccoli gruppi di combattenti più identificabili, gli eventi descritti si fanno più cupi. Paradossalmente però, ora che finalmente vediamo nel dettaglio lo schieramento vietnamita, notiamo una certa calma, dovuta sicuramente alla storia di un Paese abituata ad eterni conflitti e a un diverso modo di intendere la vita sul pianeta.
Vediamo villaggi in cui abitano solo donne e bambini, mentre gli uomini sono tutti impegnati nella guerriglia, o sono morti. Vediamo la vita di tutti i giorni delle città, in cui è difficile non schierarsi. L’aria è quella della vigilia di qualcosa di grosso.
Possiamo osservare l’inizio dell’offensiva del Tet, un momento importante per il destino della guerra. Più che dal punto di vista militare, siamo ormai arrivati al punto che le sorti del conflitto saranno decise dall’opinione pubblica. Una serie di sconfitte non fa sicuramente piacere all’americano medio, soprattutto quando a perdere la vita sono i suoi figli.
Negli approfondimenti tra i capitoli riusciamo a comprendere come sia questa la strada seguita dai gruppi che si opponevano alla guerra in tutte le parti del mondo. Il Beheiren, giapponese, è arrivato addirittura a comprare una pagina del Washington Post, per trasmettere agli statunitensi l’idea che non sia necessario versare sangue.
Particolarmente interessati i trafiletti relativi alla fotografia di guerra e alle tradizioni locali per il capodanno lunare, che riescono a fornirci ulteriori dettagli su quello che è considerato dai più come un teatro di guerra, ma che in realtà è fatto di persone, esseri umani.
Nishima sembra quasi comunicarci lo spostamento del peso sulla bilancia della guerra. Se prima abbiamo osservato i favoriti, ora il nostro sguardo è fisso sui vietnamiti, che sono pronti a recuperare il terreno perduto. In attesa di scoprire il destino di Mikami, la Principessa e tutti i personaggi che abbiamo osservato fino a questo momento.
Scheda Tecnica
Formato: 12×18 cm, bianco e nero
Pagine: 304
Autore: Daisuke Nishima
Traduzione: Gigi Boccasile