Komi Can’t Communicate è una serie animata che affronta temi molto delicati come l’ansia sociale e l’impossibilità di connettersi con il mondo circostante. Questi problemi sono però affrontati in un contesto da commedia scolastica, in cui non si perde mai occasione di realizzare un siparietto divertente.
Il canale Youtube di Netflix Anime ha rilasciato un video di note di traduzione, in cui finalmente è possibile comprendere tutti i giochi di parole legati ai nomi dei personaggi. In particolare, troviamo la spiegazione per l’origine del nome di Shoko Komi, Hitohito Tadano, Agari Ueno, Ren Yamai, Najimi Osana e Makeru Yadano.
Ognuno di loro è stato pensato e rappresentato come l’incarnazione di uno o più stereotipi, a simboleggiare la varietà di carattere delle persone che ci circondano, con le quali ci troviamo ad avere a che fare ogni giorno nel corso della nostra vita. Komi si trova ad affrontare queste sfide con difficoltà, ma con naturalezza, senza che il pubblico abbia modo di concentrarsi effettivamente su un problema che va affrontato anche attraverso la formazione di legami sinceri.
La serie, disponibile su Netflix, è la trasposizione animata dell’omonimo manga. Tv Tokyo ha iniziato a trasmetterlo in Giappone il 6 ottobre, mentre il resto del mondo ha potuto godere della serie a partire dal 21 ottobre. Komi ha conquistato tutti e 190 i Paesi in cui è disponibile la piattaforma, con otto doppiaggi e 31 sottotitoli in diverse lingue.
A proposito di difficoltà di comunicazione, la serie ha una particolare problematica legata alla natura della protagonista. Komi ricorre quasi esclusivamente alla scrittura per rivolgersi ai suoi amici, ma non sempre la struttura dei sottotitoli è adatta a contenere la traduzione di tutti i testi, soprattutto nel primo episodio, dove simbolicamente si svolge la prima conversazione tra Tadano e Komi.
Una problematica con cui purtroppo bisogna fare i conti, quando ci si approccia a un’opera basata su elementi distintivi di una singola cultura, ma su cui sicuramente sarà possibile lavorare in modo migliore in futuro.