In questa serie di articoli commenteremo settimanalmente gli episodi di Platinum End in corso di trasmissione in Giappone e in streaming su diverse piattaforme anche in Italia, come Crunchyroll.
Si parla della stagione in corso e degli episodi appena trasmessi, quindi tutto il contenuto è da considerarsi SPOILER per chi non fosse in pari con la serie e con gli ultimi episodi. Se ne sconsiglia quindi la lettura, a meno di essere particolarmente masochisti.
Dopo questo avviso, possiamo iniziare!
Siamo catapultati subito all’interno del dramma. Mukaido è caduto nella trappola del misterioso nuovo antagonista, che ha rapito sua moglie e sua figlia e le ha esposte in una teca di vetro, in quello che sembra un parco di divertimenti abbandonato da diverso tempo.
Mirai e i rispettivi angeli sono con lui, ma l’uomo ha un solo obiettivo, recuperare la sua famiglia. E nel farlo, si mette in trappola.
Non è in grado di uscire dalla prigione di vetro che in questo momento ospita tre persone, ma Mukaido riesce comunque a colpire il suo avversario. Non fisicamente, ma a livello mentale. Tra i tre infatti è evidente un forte legame di rispetto e di affetto, qualcosa che Hajime non è mai riuscito ad ottenere, a causa della sua storia pregressa che abbiamo potuto osservare nello scorso episodio.
Intanto Mirai appare molto più deciso e lucido sul campo di battaglia. Non ha esitato a minacciare il suo avversario con una freccia bianca, dopo aver valutato la possibilità che una semplice freccia rossa possa risultare inefficace. Il solo fatto di aver mostrato le sue armi ha permesso l’avvio di una reazione, quindi sia Nasse che Baret possono intuire l’assenza di un vero e proprio istinto omicida. In ogni caso, per la sopravvivenza dei nostri eroi, una reazione incompleta è pur sempre meglio di un completo rifiuto.
Kanade nel frattempo osserva tutto da lontano, dando ordini al suo sottoposto. Fino al momento più opportuno per agire.
Mirai si trova così in svantaggio numerico, due contro uno. E con Mukaido intrappolato, incapace di fuggire nell’eventualità che venga bersagliato da qualche freccia. La situazione non è mai stata così problematica. La soluzione trovata da Mirai sembra poco pratica, ma ancora una volta efficace sul piano psicologico.
Un particolare interessante è rappresentato dal fatto che Kanade, nella sua lotta per la supremazia, sembra porsi al di sopra di tutti gli altri candidati. Si rivolge ad essi il minimo indispensabile, mentre per la maggior parte del tempo parla direttamente con gli angeli. Una mossa molto autoritaria, per qualcuno che dovrà ricoprire il ruolo di nuovo capo di questi esseri.
La differenza tra un comandante e un amico però, sta proprio nel fatto che tra amici non sempre serve parlare per capirsi al volo. E per fortuna Nasse e Baret riescono ad interpretare il piano di Mirai senza lunghe e pericolose spiegazioni. Anzi, ne diventano una parte fondamentale.
Saki e Revel sono rimasti alla base, entrambi in un periodo di transizione, entrambi desiderosi di poter avere un maggiore impatto in questa guerra.
Episodio sicuramente superiore ai precedenti, in cui intravediamo nuovamente un duello basato sulla strategia e l’intelletto, in puro stile Death Note. Anche il pubblico è tenuto all’oscuro dell’evolversi della situazione, per aumentare la sensazione di tensione.
I nuovi sviluppi hanno finalmente sbloccato la situazione, rimaniamo in attesa di vedere he piega prenderà questa battaglia.