Con la recente notizia secondo la quale Netflix vorrebbe rafforzare la sua offerta nel settore anime con ben 20 nuovi titoli ancora da annunciare, l’occasione è perfetta per dare uno sguardo a questi ultimi anni per scoprire come Netflix “e i suoi amici” (ovvero le altre piattaforme digitali per l’offerta di contenuti come Amazon Prime Video, Now TV e altre ancora) siano riusciti a plasmare questa branca dell’arte e della cultura che ci affascina così tanto.
Una crescita senza pari
Negli ultimi mesi l’aumento di abbonati italiani a piattaforme di streaming on-demand come Netflix e Disney+ è stato esponenziale. Anche se dal suo lancio in Italia, datato 2015, il mercato si è fatto più complesso e competitivo (risultando in una perdita di quota percentuale rispetto ai competitor), Netflix continua a voler innovare e anticipare i trend futuri, soddisfacendo una richiesta di anime nuovi sempre più forte.
Nuovi ambiziosi titoli
E proprio la nuova serie animata originale Netflix sta attirando l’attenzione degli addetti ai lavori poiché ha l’obiettivo di rivisitare il genere anime, tradizionalmente legato a canoni giapponesi, unendolo ad argomenti di maggiore interesse per il pubblico occidentale.
Si parla di Yasuke, l’ultima aggiunta sulla versione a stelle e strisce di Netflix. Una creazione di LeSean Thomas, animatore di origini newyorkesi, già noto agli appassionati per La leggenda di Korra e The Boondocks.
L’ambizioso obiettivo è reso più tangibile dalla collaborazione dell’artista americano Flying Lotus (per la composizione della colonna sonora e l’arrangiamento delle musiche) oltreché di Lakeith Stanfield, già nominato ai premi Oscar, per dar voce al protagonista.
Il cambiamento del panorama
Sarebbe quindi ingenuo e impreciso considerare Netflix come un semplice distributore di titoli. Con il passare degli anni è diventato un vero e proprio gigante del settore tech, capace di analizzare come nessun altro le tendenze dei propri consumatori per creare titoli originali in grado di accendere emozioni nuove.
Gli anime non sono più un semplice fumetto destinato a pochi appassionati. Alcuni titoli hanno travalicato i confini della nicchia, influenzando nel profondo diversi strati della società. Basti pensare a Dragon Ball che ha ispirato slot machine simili a quelle di questo portale online.
L’internazionalizzazione degli anime ha fatto storcere il naso a moltissimi puristi, che poco hanno apprezzato l’apertura delle barriere e l’ingresso di nuovi appassionati.
Ma la purezza culturale in un mondo così interconnesso come il nostro appare una forzatura irrealizzabile. Anche le case produttrici nipponiche hanno risentito di questo cambio di passo, prediligendo storyline più adatte al pubblico allargato e più inclini a una commercializzazione e vendita del merchandise.
Una ibridizzazione del processo creativo che non potrà che far bene al settore nel suo complesso. Con buona pace dei fini intenditori hardcore che potranno comunque saziare le proprie voglie, andandosi a rivedere qualche titolo vintage, ignorando le innovazioni portate da Netflix & Co.
Se poi non lo si vuole chiamare anime ma “anime-inspired” la questione potrebbe diventare semplicemente dialettica dato che non necessariamente un prodotto giapponese al 100% si rivelerà superiore rispetto a un altro frutto dell’input di creatori dal retaggio culturale più variegato.