Il 39 è un numero speciale per diversi motivi per il Color Fest, la testata sperimentale di Dylan Dog. A causa di un problema produttivo, i racconti annunciati in occasione del numero 38, di Officina Infernale, Spugna e Jacopo Starace, slittano al Color Fest 40, in programma il prossimo febbraio.
Viene dunque anticipato di un trimestre Stati di Paura, il numero affidato quasi integralmente a Lorenzo Palloni, autore completo e talent scout. Il volume brossurato ha 96 pagine a colori, costa € 5,90 ed è disponibile dal 17 novembre.
Nato ad Arezzo, cofondatore del collettivo Mammaiuto, nel 2019 premiato a Lucca Comics & Games con il Gran Guinigi come miglior sceneggiatore, Palloni ha definito impostazione, tono e temi di Stati di Paura.
Dylan Dog Color Fest 39
Per questo volume, Palloni ha scelto il copertinista Antonio Zeoli (illustratore di Internazionale, Repubblica, Espresso, Fatto Quotidiano) e i disegnatori delle prime due storie, attivi anche sul mercato francese: Lorenzo Nuti, nel team di Dragonero di Sergio Bonelli Editore e Alessandra Marsili, autrice di graphic novel e fumetti indipendenti.
Dio di corda e miseria
Nel primo racconto, i politici inglesi vengono uccisi da misteriose corde animate, e gli omicidi non vengono rivendicati. Il primo ministro e la consigliera Elizabeth Tharth si recano nello studio di Dylan Dog per chiedere il suo aiuto, affiancandogli l’agente del Mi5 Michaela Limburg, capo della squadra Charlie 7.
Un metodo “originale”, ispirato a David Lynch, conduce Dylan Dog e Michaela sulla pista giusta, il Club 27, esclusivo ritrovo dei parlamentari. Qui, poco prima di essere accompagnati all’uscita, assistono a un nuovo attacco delle corde: Dylan ne afferra una e si ritrova davanti a un campo rom, che risulta legato all’indagine.
Tra le malefatte del Club 27 e del suo socio di maggioranza, sir Robert Fillon, una delle prime vittime delle corde, risulta infatti la sparizione di alcuni bambini del campo, presumibilmente rapiti per eseguire riti occulti.
Aiutato dai bambini del campo rom, Dylan scopre il coinvolgimento dell’antica divinità balcanica Xalate, definito “corda e miseri dei suoi nemici”. I piccoli si sono rivolti a lui per vendicarsi dei rapimenti, e in cambio hanno dovuto offrirgli gli anziani del campo, trascinati nel Palazzo di Corda della violenta creatura.
Nel piano è coinvolta la Tharth, intenzionata a prendere il potere al posto della vecchia classe politica. Michaela è legata a lei, decide di proteggerla, a costo di eliminare Dylan e Groucho: i due amici si salvano grazie all’intervento dei bambini, che evocano ancora Xalate. Il piano di Elizabeth sembra destinato al successo, ma l’aver anteposto l’ambizione agli affetti le si ritorce contro.
I disegni di Lorenzo Nuti integrano sapientemente splatter ed espressività dei personaggi. La storia è originale, in particolare per il risvolto inaspettato legato a una mitologia sconosciuta.
I signori dell’oltreodio
Dylan Dog viene assunto da Padre Thomas perché si occupi dell’apparente “sostituzione” di molte persone della piccola comunità di Little Dominic, nella regione del Sussex. L’Old Boy si rivolge alla polizia, cui risulta come unica scomparsa quella di Madre Aurore, la medium cui si era rivolto il prete.
Dylan va con Groucho a Little Dominic, dove Padre Leuggon attribuisce le “sostituzioni” alle frequenti migrazioni degli abitanti, effettuate per sfuggire alla povertà. L’indagatore trova in spiaggia il cadavere di Madre Aurore, probabilmente lì da giorni e non rinvenuto da nessuno. La scoperta dell’origine dei cambiamenti è sconvolgente, a farne le spese è Padre Thomas.
Alessandra Marsili utilizza uno stile grafico poco usuale per Dylan Dog, che ricorda le bandes dessinées – con cui la disegnatrice lucchese ha molta familiarità. Anche i volti dei personaggi, che tendono al grottesco, sono un po’ stranianti per il lettore abituale, ma va ricordato che siamo sulla testata sperimentale di Dylan Dog.
La storia arriva a trattare un tema importante e delicato, la non accettazione del proprio genere sessuale. In ben due momenti di serietà, Groucho filosofeggia sui mostri e sulle difficoltà che si incontrano nell’imporre agli altri la felicità.
Amor(t)e
Nel terzo episodio, interamente realizzato da Palloni, a chiedere aiuto a Dylan Dog è Nina Nazarian, che si dichiara veggente ed è sicura che il marito Crispin la ucciderà a breve. L’amico Paul Toderek, che l’ha accompagnata in Craven Road, conferma che il marito è sempre più geloso e violento. Nina, di origine armena, risiede illegalmente in Inghilterra, quindi rifiuta di rivolgersi alla polizia e accompagna l’Old Boy dalla sua famiglia.
Assistiamo quindi all’incontro inquietante con due anziani identici e inquietanti – di cui uno è il nonno di Nina – che parlano in contemporanea e profetizzano l’inevitabile morte della donna, nell’imminente solstizio d’estate. La “coppia” conferma i sogni nefasti della nipote e parlano di due uomini, di cui solo uno con una ferita invisibile.
Indagando, Dylan scopre che il cantiere dove lavora Crispin sorge su una necropoli romana di epoca celtica, e che l’uomo ha portato a casa un reperto che parla di un’antica richiesta di vendetta, da consumare nel solstizio d’estate. Tutto sembra confermare le profezie, ma le sorprese non sono finite.
L’ultima storia è forse la più convincente delle tre, per la trama appassionante, per i disegni, intensi e coinvolgenti, e la colorazione cupa: tutto a cura di Palloni. L’autore utilizza ancora Groucho come portavoce della saggezza, tanto da fargli anticipare uno snodo importante della trama.