Per quanto il sottogenere dell’high fantasy sia tipico della narrativa occidentale, anche nel mondo del fumetto e dell’animazione giapponese non sono mancate opere a base di magia e mondi immaginari popolati da orchi, folletti, fate, elfi, nani, oscuri signori desiderosi di conquiste e intrepidi eroi, stregoni e guerrieri.
Distinguere nettamente i diversi filoni del genere fantasy non è facile, ma in questa classifica proviamo a indicare alcuni titoli, a volte famosissimi, a volte meno noti, che non hanno nulla da invidiare alle saghe di Tolkien o di Martin, di Lewis o della Rowling.
5 – Guin Saga
Un regno devastato dalla guerra, due principini in fuga dagli invasori, un misterioso uomo con la testa di leopardo: Guin Saga ha delle premesse davvero interessanti. L’opera di base è una lunghissima serie di light novel in corso di pubblicazione dal 1979, ormai arrivate a 134 volumi; dispiace un po’ constatare che l’adattamento animato sia di “soli” 26 episodi e copra meno di un decimo di questa grande storia, ma è sempre meglio di niente.
La storia si svolge nel regno di Parros, appena invaso dalle armate di Moghul. Il re e la regina trovano la morte, ma i principi gemelli Rinda e Remus riescono a salvarsi e finiscono sotto l’ala protettrice di Guin, guerriero dalla testa di felino che non ricorda nulla del proprio passato e che dà il nome all’intera opera.
L’adattamento animato porta sul piccolo schermo una storia cupa e violenta, che strizza l’occhio a certi classici del genere come Conan il barbaro ma anche a opere con una maggiore attenzione all’aspetto politico e agli intrighi; un vero peccato, dunque, che ci si sia limitati solo ai primi 16 volumi.
4 – Record of Lodoss War
Record of Lodoss War è una delle saghe giapponesi più ricche e longeve, composta non solo da serie animate ma anche da manga, videogiochi e romanzi. E tutto questo ha avuto inizio, come spesso accade per il genere fantasy, da una partita a Dungeons & Dragons masterata dallo scrittore Ryō Mizuno, che pensò bene di trarne dapprima un racconto, poi un intero mondo.
La prima serie animata, composta da 13 episodi, risale al 1990; fu seguita nel 1998 da una serie più lunga di 27 episodi, a cui vanno aggiunti due spin-off intitolati rispettivamente Legend of Crystania e Rune Soldier. Fulcro della storia è l’isola di Lodoss, minacciata dal risveglio di forze oscure contro le quali scende in campo l’intrepido eroe Parn.
Per quanto la narrazione segua i classici stilemi del fantasy, lo scenario geopolitico di Lodoss è piuttosto variegato, presentando diverse fazioni in lotta per il potere. Questo ne fa un classico del genere.
3 – Slayers
Chi è nato negli anni ’90 e ha vissuto l’epoca d’oro degli anime su Italia 1 difficilmente si sarà perso Slayers. Rispetto alle opere già viste, qui siamo di fronte a un prodotto dai toni volutamente umoristici e parodistici, che prende in giro a tutto spiano l’impostazione dei fantasy tradizionali; ma non mancano, man mano che la storia va avanti, virate verso il dramma o comunque verso una maggiore serietà.
Protagonista di Slayers è Lina Inverse, giovane maga guerriera che non incarna affatto lo stereotipo dell’eroina: è egoista, presuntuosa, irascibile e pensa spesso al proprio tornaconto, anche se per un motivo o per un altro finisce sempre per aiutare il prossimo. Ad affiancarla, uno stuolo di maghi, spadaccini, rivali e amici altrettanto imperfetti e spassosi.
2 – Berserk
Il manga di Berserk è un pilastro del fumetto giapponese, e lo resterà anche nel caso la morte prematura del suo autore ne avesse reso impossibile la conclusione. Oscuro, violento e perverso, mette a nudo gli abissi dell’animo umano trascinando il lettore in un mondo dominato dall’ambizione e dalla brutalità, in cui gli esseri umani sono ora bambole in balia di forze più grandi di loro, ora artefici del proprio destino (ma a costo di sacrifici e atti indicibili, ne sa qualcosa Griffith).
E’ un peccato, dunque, che le trasposizioni animate non siano riuscite a rendere appieno la bellezza dell’opera originale né a coprirla tutta, ma Berserk merita comunque un posto così in alto nella classifica per i temi trattati. In particolare la prima serie animata, prodotta nel 1997, copre la parte del manga più apprezzata e amata dai fan, quella dell’Armata dei Falchi e della devastante Eclisse, ma rimane incompiuta. Tra il 2012 e il 2013 fu realizzata, sempre sulla stessa parte, una trilogia di film rovinata dall’uso inadeguato della CGI, e l’errore è stato ripetuto con le successive due serie animate che tra 2016 e 2017 hanno cercato di adattare i volumi successivi.
Chissà che un domani il capolavoro di Kentarō Miura non riceva il giusto trattamento da qualche studio di animazione all’altezza.
1 – Mahōjin Guru Guru
Anche Guru Guru è un’opera dalla forte impronta umoristica, anche se, a differenza di Slayers, qui è ancora più evidente l’intento parodistico verso il genere fantasy, in particolare verso le avventure videoludiche come Dragon Quest e Final Fantasy.
Trecento anni prima dell’inizio della storia, il mondo fu minacciato dall’oscuro signore Giri, che però fu fermato dal potere di un valoroso eroe e di una strega della tribù dei Migu Migu. Dopo secoli il nemico è tornato e ancora una volta la speranza degli uomini è riposta in un eroe e in una strega… peccato che siano due ragazzini che hanno ancora tanto da imparare! Nike è vanesio, arrogante e infantile; Kokori ha la testa sulle spalle ma è insicura e preda continua dei turbamenti tipici di un’adolescente. E non aiuta il fatto che ad aiutarli nel loro viaggi vi siano improponibili compagni come il folletto Gipple o il vecchio Edvarg, ultimo depositario della bizzarra danza Kita Kita.
Per gli appassionati di giochi di ruolo, ma anche di romanzi e saghe fantasy, Guru Guru risulta una fonte inesauribile di risate che scaturiscono dalla presa in giro di tutto ciò che più amano. Ma anche chi non apprezza particolarmente il fantasy troverà irresistibile l’umorismo nonsense dell’opera, che attualmente consta di tre serie animate, una del 1994, la seconda del 2001 e la terza (che è un remake più fedele al manga) del 2017.