L’8 giugno, in contemporanea con il Magazine 2021, Sergio Bonelli Editore pubblica l’edizione da edicola di Per mano mia – Il Natale del commissario Ricciardi, ispirato al quinto romanzo sull’ufficiale della Regia Questura partenopea.
Già pubblicato in libreria nell’ottobre scorso, Per mano mia è scritto da Claudio Falco su soggetto di Maurizio de Giovanni, con disegni e copertina di Daniele Bigliardo, colori di Giuseppe Boccia.
Il volume ha 160 pagine a colori, in formato 16×21 cm: qualche pagina in meno e dimensioni ridotte – formato Bonelli – rispetto all’edizione da libreria. Progetto curato da Luca Crovi e adattamento realizzato in coordinamento con la Scuola Italiana di Comix.
La trama di Per mano mia – Il Natale del commissario Ricciardi
Siamo alla fine del 1931: Napoli si prepara alla prima di Natale in casa Cupiello, ma l’immagine di ordine e felicità imposta dal regime fascista non cancella la povertà e la disperazione. In un ricco appartamento vicino a Mergellina due zampognari trovano i cadaveri del funzionario della milizia portuale Emanuele Garofalo e della moglie Costanza.
La figlia Benedetta si è salvata perché era a scuola, e viene affidata a suor Veronica, sorella di Costanza.
Indagano il commissario Ricciardi e il fidato brigadiere Raffaele Maione. Garofalo è stato trafitto nel letto con oltre 60 coltellate, mentre la donna è stata sgozzata con un solo colpo di lama: per il dottor Bruno Modo, amico di Ricciardi e antifascista, la diversità dei tagli fa pensare a due differenti assassini. A terra, sotto il presepe, Maione trova la statua di San Giuseppe, rotta: un dettaglio che colpisce il commissario.
Ricciardi, che riesce a vedere e sentire i morti ammazzati, non ricava molto dalle ultime frasi della coppia: gli ambienti da cui partire sono la milizia fascista e il mondo povero dei pescatori di Mergellina.
Il capo di Ricciardi, il vicequestore Antonio Garzo, gli chiede invano di non disturbare personaggi in vista, dato che la vittima faceva parte della milizia portuale. Il commissario ne deduce che il Partito Fascista ha qualcosa da nascondere e va nella Caserma di Garofalo a chiedere informazioni.
Il console della portuaria, Freda, è molto bene informato su tutti e ne fa arrogantemente sfoggio, riassumendo al commissario e al brigadiere la loro biografia, e facendo presente di essere stato avvisato per tempo della loro visita, orario di arrivo compreso. Chiede di essere aggiornato sulle indagini, per evitare che gli esiti possano screditare la milizia e il regime.
Ricciardi non è particolarmente conciliante, ma gli viene concessa la collaborazione dei superiori di Garofalo: Spasiano e Criscuolo rivelano che la vittima aveva denunciato per corruzione il proprio capo diretto, Antonio Lomunno, facendolo licenziare e arrestare, riuscendo ad ottenere un’eccezionale doppia promozione.
Lomunno sembra dunque l’indiziato perfetto, ma Ricciardi rimane più colpito dal quadro alle spalle di Freda, San Sebastiano trafitto, che gli ricorda le tante ferite di Garofalo. Chiede comunque a Maione di rivolgersi all’informatore Bambinella per avere notizie sulla vittima e sul sospettato.
Intanto, Criscuolo avvisa Lomunno delle indagini, consigliandogli di fare i nomi dei colpevoli: entrambi sanno che le accuse di Garofalo erano false.
Su Maione grava da oltre tre anni il peso della morte del figlio Luca, avvenuta tre anni prima, e il dubbio se il responsabile sia davvero Mario Candela, che ha confessato, ma sarebbe stato comunque condannato all’ergastolo per gli altri crimini commessi.
Nel corso della vicenda, il brigadiere riceve una notizia sconvolgente: il vero assassino è Biagio, fratello minore di Mario. Le possibilità di farlo arrestare sono minime: Maione è fortemente tentato dalla vendetta.
Ricciardi, convinto che San Giuseppe e San Sebastiano siano fondamentali per le indagini, chiede informazioni all’amico don Pierino: la statuina di San Giuseppe indica la paternità e il lavoro, dunque il dettaglio sulla scena del delitto potrebbe riferirsi alla perdita di quei due beni.
San Sebastiano, futuro patrono della milizia e poi della polizia municipale, era il capo delle guardie dell’imperatore romano Diocleziano, e venne trafitto da un plotone di arcieri per essersi convertito al cristianesimo.
Maione incarica Bambinella di chiedere notizie su Garofalo e di rintracciare Biagio Candela. Del primo, scopre che ricattava almeno 4 pescatori (inscenando anche rifiuti di tentativi di corruzione): uno di questi, Aristide Boccia, ha un figlio molto malato e aveva minacciato Garofalo per far cessare le richieste di denaro, non più sostenibili.
Bambinella cerca di dissuadere Maione dal cercare vendetta, prima di dargli le indicazioni per trovare Biagio.
Ricciardi chiede a suor Veronica di parlare con la piccola Benedetta, dalla quale ha la conferma che la pista giusta potrebbe essere quella dei pescatori. In questura lo viene a trovare la bellissima Livia Lucani, innamoratasi di lui quando aveva indagato sull’omicidio del marito: Ricciardi le chiede discrezione e le dice che c’è un’altra donna. Si tratta di Enrica, cui in realtà lui ha deciso di rinunciare.
Il commissario e Maione vanno a interrogare Lomunno, che ammette di non avere alibi, e Boccia, che confessa di aver fatto visita alla vittima due giorni prima dell’omicidio. Entrambi confermano i ricatti e la spietatezza di Garofalo. Ricciardi promette a Boccia di mandare il suo amico medico a curare il bambino.
Intanto Maione scopre che Biagio è una brava persona e probabilmente è pentito del grave errore: lentamente e grazie all’intervento della moglie, il desiderio di vendetta si affievolisce.
Enrica, giovane innamorata di Ricciardi e ricambiata, viene convinta a fare il primo passo, ma lo vede assieme a Livia, che è riuscita a portarlo a vedere la prima di Natale in Casa Cupiello.
Lo spettacolo dà a Ricciardi l’idea di radunare i sospettati per far emergere il colpevole: l’occasione è il mercato del pesce a Santa Brigida, dove al commissario arriva l’illuminazione, in direzione del tutto inaspettata. Arriva il Natale e scombina tutto, a fin di bene.
Sviluppo
Alla trama principale si intrecciano alcuni temi ricorrenti delle opere sul commissario, come la miseria di alcuni ambienti di Napoli, i problemi legati al fascismo, i drammi personali di Ricciardi e Maione. Il protagonista è condannato a vedere i morti e sentire le loro ultime parole: utile per il lavoro, ma un peso che lo spinge a rinunciare all’amata Enrica.
Il brigadiere invece è tormentato dalla morte del figlio Luca, avvenuta tre anni prima. In questo racconto, la rivelazione sul vero responsabile della tragedia lo sconvolge e lo fa ossessionare dal desiderio di vendetta.
Dal punto di vista grafico, ottima la rappresentazione della Napoli dei primi anni ’30, con i problemi sociali, la contrapposizione tra i quartieri borghesi e gli ambienti poveri, l’ascesa del fascismo. Efficaci e inquietanti le apparizioni delle vittime che ripetono per il solo Ricciardi le loro ultime parole. Un omaggio a Vittorio De Sica la caratterizzazione del dottor Modo.
Per la bicromia questa volta si è optato per il rosso, con intensità differente a seconda del tipo di scena e del soggetto: particolarmente vivace nel caso del sangue, lo fa quasi risultare estraneo alla pagina.
Il volume si chiude con un’accurata presentazione dei personaggi scritta dallo stesso Maurizio de Giovanni, utile a comprendere meglio la storia per chi non è lettore abituale delle vicende del commissario Ricciardi.
Gli autori
Maurizio De Giovanni, autore dei romanzi gialli e polizieschi, ha creato il commissario Ricciardi e I bastardi di Pizzofalcone, titoli di cui la Rai ha realizzato fiction televisive. Ha scritto per Bonelli la maggior parte delle sceneggiature delle trasposizioni a fumetti delle sue opere. Nei fumetti de I bastardi di Pizzofalcone, i protagonisti sono rappresentati come animali antropomorfi.
De Giovanni, anche autore teatrale, nel 2014 ha partecipato con Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva e Carlo Lucarelli all’antologia Giochi criminali. Sue anche le serie letterarie di Mina Settembre (anch’essa divenuta in seguito una fiction Rai) e di Sara Morozzi. Per i fumetti del commissario Ricciardi, De Giovanni ha voluto una squadra di artisti partenopei, coordinata dalla Scuola Italiana di Comix, sede unica a Napoli.
Claudio Falco, medico, collabora con De Giovanni sui testi del commissario Ricciardi ed è autore di numerose storie di Dampyr. Nel 2010 è stato tra gli sceneggiatori del graphic novel Nero Napoletano coordinato dalla Scuola Italiana di Comix di Napoli. Ha scritto il soggetto di Eluana 3266 giorni, ispirato alla vicenda di Eluana Englaro e pubblicato da 001 Edizioni nel 2015.
Daniele Bigliardo, in gioventù scenografo teatrale e pubblicitario, ha esordito nel mondo dei fumetti sulle riviste Linea Chiara e Trumoon. Ha collaborato con Giuseppe De Nardo sulla testata Billiband e fondato la Scuola Italiana di Comix. Ha disegnato un racconto di Gordon Link per l‘Editoriale Dardo.
Ha fondato Labcom Immagini per i Media, per la quale ha realizzato Eduardo a fumetti, la trasposizione a fumetti di 12 commedie di Eduardo De Filippo. Ha disegnato venti storie di Dylan Dog ed è alla settima esperienza con il commissario, per la cui serie ha che realizzato gli studi preparatori dei personaggi e firma le copertine.