Dopo le analisi dell’AJA (Association of Japanese Animation) arriva il report sugli effetti della pandemia in corso. Diverse sono state le serie sospese per mesi o rinviate addirittura rinviate all’anno successivo. L’impossibilità di avere accesso all’attrezzatura per il doppiaggio è stata solo una delle concause.
Il Covid ha portato la produzione in termini di minuti di video realizzati a calare del 6,5% rispetto al 2019. Due anni fa si contavano 105 294 minuti totali di serie animate, l’anno scorso solo 98 448.
La situazione però necessita di un inquadramento completo. Gli effetti sono anche più significativi contando che in effetti solo 63 156 sono i minuti di produzioni originali e legati a nuovi progetti. I restanti sono episodi di serie a lungo termine o di franchise dedicati ai bambini. Con questa precisazione il danno ammonta a un -18,7% in termini di lavoro portato a termine.
La produzione inferiore si ripercuote sui guadagni. L’incasso ricavato dai film anime è calato del 10,8% rispetto al 2019. Questo però non è considerato un grosso danno, visto che l’apporto del 2017 fu davvero disastroso.
Doveri dell’AJA
Le analisi sugli effetti della pandemia Covid sono solo una delle preoccupazioni che affliggono questa associazione. Si compone di 52 esponenti nel campo dell’animazione, anche piccoli o medio-piccoli. Alla sua nascita contribuirono la necessità in questo settore di fare fronte comune verso le comuni difficoltà. Tra queste per citarne alcune la diffusione illegale dei contenuti inediti e l’infrangimento del copyright. Unire le forze ottenne effetti notevoli.
L’associazione si occupa inoltre di stilare report annuali e organizzare alcuni dei maggiori eventi legati agli anime in Giappone. Un esempio è il Tokyo International Anime Fair. L’evento si svolge nella capitale a fine marzo dal 2002. Media inoltre le relazioni con l’estero sul mercato anime.