Bentornato in questa nuova recensione manga! Anche quest’oggi parleremo di un’opera manhwa, fatta appositamente per il web (quindi di facile lettura per chiunque decida di leggerlo dal pc): si tratta di A Stepmother Marchen.
L’opera è disegnata da ORKA e trae origine dalla light novel scritta da Nyang’iwa Hyangsinryu. La pubblicazione dell’opera è iniziata nel 2019 e ad ora si compone di 65 capitoli + il prologo. La seconda parte della storia inizierà ad essere pubblicata tra agosto e settembre 2021.
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E adesso iniziamo con la recensione!
La trama di A Stepmother Marchen
La vedova di ferro, la vedova ragno, il cacciatore maschio, la strega del castello di Neuschwanstein, l’imbarazzo delle nobili dame … Queste erano tutte le parole usate per descrivere la marchesa Shuli von Neuschwanstein.
La storia inizia in prossimità del matrimonio del figlio maggiore di Shuli, la protagonista. La ragazza è estremamente emozionata per l’evento, anche per il fatto che quello segnerebbe la fine delle sue pene: Shuli, infatti, non è la madre naturale dei quattro ragazzi della famiglia, bensì la seconda moglie del marito, il quale, morto prematuramente per malattia, le aveva affidato la gestione dei beni della famiglia.
Il giorno prima del matrimonio, però, la futura moglie del figlio le chiede di non presentarsi all’evento, in quanto sarebbe imbarazzante. Con immenso rammarico, Shuli accetta di non presentarsi e parte per la sua nuova residenza, ma, per via di un attacco alla carrozza, perde drammaticamente la vita… e si risveglia ben 7 anni prima, il giorno del funerale del marito, quando lei aveva solo 16 anni.
Decisa a cambiare la sua storia di sottomissione, non solo nei confronti degli altri nobili ma anche dei figli, Shuli inizia a vivere la sua seconda opportunità.
Impressioni su A Stepmother Marchen
Per quale motivo parlare di quest’opera che sembra così tanto omologata alle altre? Perché si tratta di una vera e propria sorpresa da tutti i punti di vista.
La prima cosa che salta all’occhio è il fatto che, rispetto alle altre storie del genere, sono spesso incentrate sulla vita romantica della protagonista, questa la vede come la madre e non il l’interesse romantico, seppur (inutile a dirsi) ci sono dei personaggi che mostrano dei sentimenti romantici nei suoi confronti.
Alla fine della prima stagione, si vedono i retroscena di quello che è accaduto poco prima della morte nella precedente vita di Shuli e non si può che ammette la profondità di molti rapporti. Si ottiene un punto di vista completamente diverso, specialmente se alcuni personaggi sono apparsi superficiali. Questo flashback alla fine della prima stagione dà anche degli spunti interessanti su quello che potrebbe essere il futuro dei personaggi e l’evolversi delle situazioni nella nuova vita.
Parlando di Shuli, non si può dire che la sua situazione non sia peculiare: infatti si ritrova a fare da mamma a dei bambini che hanno da due a sei anni in meno di lei, quindi molto più dei fratelli che non dei figli (nell’immagine sotto, è possibile vedere i quattro figli sulla sinistra, mentre altri due personaggi importanti che potrebbero essere dei probabili interessi romantici sulla destra). Difatti, Jeremy ed Elias la chiamano per nome e non usano mai l’appellativo “mamma”, mentre i due gemelli si sono sempre rivolti a lei come “falsa mamma” nella vita precedente, mentre “mamma” solo dopo un particolare episodio nella vita corrente.
A differenza di altre opere, a parte Shuli, tutti gli altri protagonisti sono decisamente infantili e ciò fornisce un’ottima vampata di aria fresca specialmente dato che l’opera è circondata da personaggi estremamente sgradevoli. Altro aspetto che “appesantisce” l’opera è la vita nobiliare, con tutta una serie di regole da seguire e il fatto che le donne non siano molto ben accette, se non come completamento degli uomini (difatti, la posizione sociale di Shuli viene criticata in quanto non riconosciuta come degno capofamiglia nonostante la legge lo consenta nel caso delle vedove).
Shuli si dimostra una persona estremamente coraggiosa e pronta a tutto per la sua famiglia, anche se non condivide con loro alcun legame di sangue. La profonda differenza di destino che sembra venirsi a creare sin dai primi capitoli dell’opera consente di vedere un legame molto più profondo, forse in precedenza sfuggita o molto ben nascosta (cosa che si scopre solo in prossimità dell’epilogo della prima stagione).
Altro aspetto è la verosimiglianza con alcuni organi realmente esistenti, come la chiesa o Richelieu. Gli intrighi che si mostrano sono assolutamente verosimili con quelli della storia reale.