I personaggi di Miho Obana risultano subito accattivanti dato il tratto di disegno prescelto. Occhi grandi e tratti delicati, espressioni buffe quando sono sopresi, hanno sempre un’aria innocente. Impossibile non ricordare subito la coppia eterna composta da Sana e Akito di Kodomo no Omocha. Questo manga fu proprio il suo maggior successo, visto anche la fama della serie anime che ne venne tratta.
Ma se i ragazzi degli anni ’90 ricordano Rossana come uno dei loro cartoni preferiti…la storia del manga rivela già parecchie ombre. Dietro la romance adolescenziale infatti ci sono diversi elementi che possono risultare disturbanti. Il tentato omicidio di Akito, l’apatia associata a una paralisi facciale che colpisce Sana. E Miho Obana non si smentisce neanche nello spin-off di Kodomo no Omocha, ossia La villa dell’acqua.
Per chi non lo ricorda, si tratta del famoso film che costringe Sana ad allontanarsi per due mesi da scuola. La storia è un horror psicologico, ma anche sullo stesso set non mancano episodi allarmanti. Questo ruolo inoltre segna l’inizio della caduta di Sana nella depressione. Durante la lontananza Akito teme che Sana lo dimentichi e inizia a uscire con Fuka, ignorando che la ragazzina lo pensa ogni giorno.
Leggendo La villa dell’acqua l’angoscia è la sensazione che prevale. La figura fantasma della ragazzina e l’incidente che ha portato alla sua morte sono già terrificanti. Ma l’alienazione dei protagonisti, intrappolati nella casa sul lago è l’elemento che lascia sempre sospesi. Realtà, incubo o entrambi?
La mangaka alterna senza stonare situazioni rilassate e tensione, vita quotidiana e mistero. Ma il lato oscuro/onirico emerge molto meglio in una sua opera successiva, poco conosciuta. Parliamo di Partner.
Partner, il Black Mirror di Miho Obana
I tratti e le sagome non variano particolarmente in questo manga del 1999. Fu realizzato da Miho Obana subito dopo la conclusione di Kodomo, ma la trama è ben diversa.
Nae e Moe sono sorelle gemelle, identiche d’aspetto ma diverse di carattere. Nae sportiva e tenace, Moe timida e dolce. Sono molto unite ad altri due gemelli, Ken e Takeshi. Moe e Ken sono fidanzati, mentre Nae continua a respingere Takeshi, invaghito di lei da più di un anno.
Un giorno in seguito a un litigio con Nae, Moe decide di andare a prenderle un regalo per fare la pace. Mentre torna a casa per consegnarglielo però viene investita da una macchina. All’arrivo in ospedale della sorella e dei genitori, il corpo di Moe scompare. Ken, Takeshi e Nae escono distrutti, ma dopo i primi mesi sembrano riadattarsi alla vita di sempre. Se non che Moe ricompare…
Si tratta di un manga dove convivono thriller e dramma. Da un lato la difficoltà di Ken e Nae di accettare la morte di Moe, che uno scienziato ha riportato in vita. Moe però è rinata come una bambina, non ricorda nulla della gemella né del suo ragazzo. Miho Obana qui tratta un tema molto delicato, quello del lutto. Nae piano piano accetta che quel fantoccio non è più la sorella, mentre Ken cade in paranoia.
La vicenda inoltre viene condotta dalla mangaka in modo che nessuno sia più sicuro di chi sia sano mentalmente. Il lato oscuro di Miho Obana emerge proprio qui, nell’insinuare il dubbio. Riportare indietro le persone è un’azione moralmente giusta o no? Perché Nae e Takeshi odiano tanto lo scienziato che ha ridato la vita a Moe? Non è forse chi era alla guida dell’auto il cattivo della storia?
La villa dell’acqua e Partner sono perfetti per una notte in bianco. E forse più di una. L’horror psicologico è davvero il genere della Obana.