Gankutsuou (traducibile come Il sovrano del palazzo sotterraneo) è una serie anime di 24 episodi creata da Mahiro Maeda prodotta dallo studio Gonzo nel 2004.
L’opera è basata sul famoso romanzo d’appendice francese Il conte di Montecristo, scritta da Alexandre Dumas padre e Auguste Maquet nel 1844, ma traspone la vicenda in un futuro che mescola l’estetica ottocentesca con i viaggi interplanetari.
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Trama
Ci troviamo nell’anno 5053. Durante una festa di Carnelvale in maschera sulla Luna, il visconte quindicenne Albert de Morcerf incontra un affascinante individuo chiamato Conte di Montecristo, un misterioso nobile dalla pelle blu recentemente arricchitosi. Il Conte inizierà a insinuarsi nella sua vita, sfruttandolo per avvicinarsi alle altolocate famiglie dei de Moncerf, Danglars e de Villefort.
Albert idolatra il suo nuovo conoscente e, nonostante i ripetuti avvertimenti del suo migliore amico Franz d’Epinay, non trova minimamente sospetto l’eccessivo interesse che il Conte sembra nutrire nei suoi confronti.
L’entrata di quest’ultimo nell’alta società parigina, inoltre, coincide con l’inizio di una serie di scandali, fallimenti e tragedie che travolgono le tre famiglie, rovesciandone le fortune.
Albert scoprirà poi, dopo molta sofferenza, quale segreto si cela dietro l’identità del Conte e quali sono le motivazioni che guidano le sue devastanti azioni. Un peccato che risale a venti anni prima e che coinvolge anche i suoi genitori, ma a cui forse può ancora riuscire a porre rimedio.
Struttura dell’opera
L’idea iniziale di Mahiro Maeda era quella di realizzare un adattamento anime del romanzo fantascentifico The Stars My Destination di Alfred Bester. Non riuscendo ad assicurarsi i diritti, Maeda decise di adattare invece Il conte di Montecristo, che era servita come fonte di ispirazione per l’opera di Bester.
A livello tecnico, sono state utilizzate texture computerizzate unite ad animazione digitale e sfondi spesso animati in 3D. Inoltre, soprattutto nei vestiti, nei capelli e nelle tappezzerie, sono stati utilizzati dei pattern decorativi posti in un layer inferiore rispetto a quello dell’immagine, in modo da creare un effetto estetico teso a rievocare i quadri di Gustav Klimt, dell’Art Noveau e degli ukiyo-e.
Gankutsuou fa inoltre largo uso della musica classica, tra cui diverse opere di Tchaikovsky, Robert le diable di Giacomo Meyerbeer, Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti e il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Sergei Rachmaninoff.
Impressioni personali
Gankutsuou è un’opera geniale frutto di uno studio meticoloso per quanto riguarda ogni livello di realizzazione. L’ambientazione scelta, un retrofuturismo dal sapore liberty, rende giustizia all’opera letteraria permettendo anche di inserire novità per sorprendere lo spettatore.
Una di queste è, ad esempio, la scelta di sostituire ai semplici duelli a fil di spada tipici dei romanzi d’avventura uno dei cavalli di battaglia dell’animazione giapponese, i mecha. Sono infatti enormi armature, seppur ipertecnologiche, che risolvono le dispute d’onore in questo lontano futuro.
La differenza principale tra il romanzo e l’anime è il ruolo assegnato al personaggio di Albert, che nell’anime diventa di fatto il protagonista. È infatti attraverso il suo punto di vista che viene narrata l’intera vicenda. Uno dei perni dell’opera è poi il rapporto fortemente ambiguo tra il Conte e Albert, che ondeggia costantemente tra rapporto padre-figlio, riflessione speculare, ammirazione e cotta senza mai venire definitivamente chiarificata.
La narrazione si focalizza sull’analisi del peso che la sete di vendetta ha avuto sull’umanità del Conte. Le sue azioni non mirano a riparare un passato torto subito ma esclusivamente a distruggere e a far soffrire. Questo lo rende un personaggio fortemente tragico che solo Albert, in virtù del legame speciale che li lega, può pienamente comprendere.
Albert è caratterizzato, all’opposto, dalla sua purezza d’animo che inizialmente emerge però come ingenuità. La sua ingenuità è ciò che il Conte sfrutta per raggiungere i propri scopi, ma la purezza d’animo rappresenta invece quell’umanità a cui il Conte ha dovuto rinunciare per votare la propria vita alla vendetta.