Una storia di onore e sofferenza. Godzilla Giganti e Gangster ci riporta in un Giappone flagellato dai kaiju.
Il volume è disponibile dal 5 novembre per l’acquisto in formato cartaceo, sullo shop digitale di Saldapress e su Amazon.
La trama di Godzilla Giganti e Gangster 1
Al centro di Godzilla – Giganti e Gangster c’è la storia di Makoto Sato, sergente investigativo della polizia metropolitana di Tokyo. Un poliziotto vecchio stile, di quelli inflessibili, ligi al dovere, in piena lotta contro un sistema corrotto che favorisce la criminalità locale.
L’obiettivo di Sato è Takahashi, il daikaiju che riunisce tutte le famiglie criminali della capitale, reo di aver ucciso il suo partner e di averlo mandato a morire sull’Isola dei Mostri.
Proprio sull’isola vediamo per un breve momento Godzilla, che, infastidito dal combattimento che si svolgeva ai suoi piedi, ha deciso di liberarsi del problema devastando l’area.
In aiuto di Sato, unico sopravvissuto, arrivano i custodi delle Elias. Conosciute come Shobijin, o Cosmos nel corso del tempo, sono le custodi di Mothra, kaiju dalle sembianze di insetto.
Il poliziotto, ormai disperato, coglie un’occasione unica per vendicarsi di Takahashi che gli ha portato via il suo lavoro, ha infangato il suo nome, ha ucciso il suo partner e gli ha quasi tolto la vita: portare lo scontro direttamente a Tokyo, grazie a Mothra.
Ma ogni scelta ha le sue conseguenze, il bilanciamento del mondo produrrà effetti secondari molto pericolosi.
L’opera
Prima parte di tre per questa miniserie dedicata al cattivo per eccellenza, un mostro figlio dell’era atomica del Novecento, la rappresentazione dell’odio violento che l’umanità prova per se stessa.
Il quadro dipinto dai primi capitoli contiene una città decadente e corrotta, governata da un personaggio che si crogiola nel suo stesso potere, ritenendosi intoccabile. In questa ambientazione a tinte oscure perfino gli eroi non sono così perfetti come potremmo aspettarci che siano. Makoto Sato è un uomo disperato, che ha soltanto avuto abbastanza senso del dovere da non accettare una mazzetta per guardare dall’altra parte e lasciare agire gli scagnozzi di Takahashi.
Messo alle strette, Sato non esita a rischiare la propria vita, spingendosi prima in mezzo al mare in tempesta e poi in profondità nella foresta dell’Isola dei Mostri.
Sopravvissuto per pura fortuna, il poliziotto approfitta di esseri neutrali come le Elias, per poter sfruttare Mothra per i suoi scopi.
Per quanto sia nobile la volontà di sgominare un’organizzazione criminale, è assolutamente evidente come questa sia in realtà una semplice vendetta di Sato, che non si fermerà di fronte a nulla fino a quando non avrà spazzato via il suo nemico.
Quello che non ha considerato è che il bilanciamento del mondo va ben oltre piccole questioni personali. Ci sono in vista conseguenze disastrose, che inizieremo a vedere nel prossimo volume.
Il ritmo della narrazione è molto dinamico, anche grazie all’uso di flashback che ci riportano indietro a scoprire la genesi di molte situazioni ad alta tensione.
I personaggi rispecchiano totalmente la psicologia sociale giapponese vecchio stile, con una struttura che rasenta quella a caste, in cui chi detiene il potere può disporre come meglio crede dei suoi sottoposti, mentre l’eroe, un samurai alla deriva, dovrà sporcarsi le mani per poter rompere l’ingranaggio che lo opprime.
Diametralmente opposti i custodi e le fatine che controllano Mothra, uniche entità colorate e soprattutto unici personaggi a non lasciarsi coinvolgere da questioni così piccole, perché impegnati su un piano decisamente superiore a quello dei normali umani.
Proprio all’espressività delle Elias è affidato il finale, con uno sguardo che fa presagire problemi in arrivo.
Scheda Tecnica
Formato: 17×26, colore
Pagine: 48
Storia: John Layman
Disegni: Alberto Ponticelli
Traduzione: Andrea Toscani