Non si può temere certo che un’istituzione come Doraemon possa sparire in un minuto, ma in questo anno così travagliato pare che il manga abbia avuto un record di vendite stando ai dati forniti dal Japan Times, con oltre 5 milioni di copie acquistate.
Cosa potrebbe aver riportato in auge il manga di Fujio di fine anni ’60? Secondo il parere più comune un ruolo centrale è dovuto alla chiusura delle scuole come precauzione al dilagare del Covid-19, dando ai bambini molto più tempo libero. In quel periodo infatti l’industria dell’editoria aveva notato un forte aumento nella vendita di manga e libri per bambini.
Al di là di discorsi più generali però, pare che Doraemon abbia mantenuto il suo fascino attraverso le generazioni, anche ora a cinquant’anni dalla sua prima uscita. Pare che possa tranquillamente essere definito il manga più venduto in Giappone.
Doraemon e i suoi gadget
Vero protagonista della storia in realtà è Nobita Nobi, un bambino di 10 anni pigro e poco portato per lo studio e la scuola. Non è neanche molt fortunato in ambito di amicizie: viene continuamente perseguitato da Takeshi (Gian), messo alle strette da Suneo e teme di non ruscire ad attirare l’attenzione di Shizuka, la ragazzina per cui ha una cotta.
Nobita oltretutto pare fare molta fatica a impegnarsi anche a causa della continua pressione che gli mettono i suoi genitori e gli insegnanti. Fallimento dopo fallimento pare che il suo futuro gli presenterà il conto. A venirgli in aiuto è un suo discendente che per cambiare la sua vita manda a vegliare sul ragazzino il gatto robot Doraemon.
Esperto di tecnologia avanzata e dotato di emozioni come le persone comuni, il gatto lega subito con Nobita e cerca di aiutarlo a migliorare nelle prestazioni scolastiche e nei suoi rapporti. Ovviamente dovrà fare i conti con l’estrema leggerezza che il ragazzino dimostra in molti casi.