Per la recensione manga di questa settimana parliamo di Bakuman, celeberrima serie shonen scritta da Tsugumi Ōba, disegnata da Takeshi Obata e serializzata su Shonen Jump dal 2008 al 2012. Il duo di mangaka, reduce dal successo di Death Note, decide di alzare l’asticella con il lavoro successivo.
Bakuman è infatti un manga metanarrativo, che racconta la storia di un duo di mangaka che cerca di creare una serie di successo e di vederla pubblicata su Shonen Jump. La serie conta 176 capitoli ed è stata raccolta in 20 volumetti pubblicati in Italia da Planet Manga dal 2010 al 2013.
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Trama
Mashiro Moritaka e Takagi Akito sono due studenti delle scuole medie. Il primo è un asso del disegno, mentre il secondo ha un talento incredibile nel raccontare storie. Takagi, notando l’abilità di Mashiro, riesce a convincerlo a unire le forze con l’obiettivo di diventare un duo di mangaka. Anche Miho Azuki, una loro compagna di scuola per cui Mashiro ha una cotta, ha un sogno altrettanto grande: diventare una seiyū, cioè una doppiatrice.
I tre fanno allora un giuramento solenne: un giorno Mashiro e Takagi realizzeranno un manga di successo da cui verrà tratto un anime la cui eroina avrà la voce di Miho. Mashiro promette anche che, quando questo avverrà, chiederà la mano di Miho.
I due ragazzi, sotto lo pseudonimo di Ashirogi Muto, iniziano a lavorare su degli one-shot, storie autoconclusive, che propongono alla Shueisha, casa editrice della rivista Shonen Jump. La loro bravura viene quasi subito riconosciuta e viene loro assegnato un editor, Akira Hattori.
Ma è da questo momento in poi che la storia si complica. Su Jump infatti, la serializzazione di un manga dipende dai risultati ottenuti nei sondaggi di gradimento dei lettori. Per raggiungere l’obiettivo che si è prefissato, Ashirogi Muto dovrà vedersela con molti mangaka rivali pronti a tutto pur di rimanere in classifica. Uno tra tutti il geniale Eiji Niizuma, che dal suo debutto risiede quasi stabilmente al primo posto.
Struttura dell’opera
I due autori, Tsugumi Ōba e Takeshi Obata, si sono ispirati al reale ambiente della redazione di Shonen Jump, descrivendo i meccanismi e le pratiche decisionali della più famosa rivista di manga del Giappone.
Una caratteristica della serie è quella di rappresentare all’interno delle sue vignette numerose tavole dei vari manga alla quale lavorano i diversi personaggi nel corso della storia. Uno di questi, Lontra numero undici, è stato poi realmente pubblicato su Shonen Jump.
Impressioni personali
Bakuman ha il pregio di rendere immensamente intrigante il dietro le quinte della produzione dei manga. L’aspetto più interessante dell’opera è vedere i personaggi pianificare delle vere e proprie strategie per migliorare il rendimento della propria serie. Ai combattimenti dei classici manga shonen si oppongono quindi scontri solo intellettuali, ma non per questo meno eccitanti.
Apparentemente più tradizionali sono le tematiche di base dell’opera: il valore dell’amicizia e l’importanza di seguire i propri sogni.
L’amicizia è, ovviamente, quella tra Mashiro e Takashi, il cui rapporto attraversa alti e bassi e non viene mai dato per scontato da nessuna delle due parti. Ma è anche quella che si viene a creare tra alcuni dei mangaka serializzati su Jump, un gruppo che verrà battezzato Team Fukuda. Benchè i suoi membri siano tutti in un certo senso rivali, riescono comunque a trovare un terreno comune nella passione per il loro lavoro e ammettono spesso di essere fan di propri colleghi. La loro rivalità non è che uno sprone per il costante miglioramento personale.
Bakuman, pur mantenendo un registro abbastanza leggero, tocca però anche questioni molto serie. Viene spesso fatto riferimento al costante stress cui i mangaka sono sottoposti. Il lavoro eccessivo è una condizione purtroppo molto diffusa in Giappone, che può portare a gravi problemi di salute e, in alcuni casi, anche alla morte (karoshi). Non pochi personaggi del manga ne subiscono infatti le nefaste conseguenze.
Quello dei manga è un campo molto competitivo. Per ogni Ashirogi Muto che riesce a ottenere il successo ci sono decine di altri sognatori che invece provano anche per anni senza successo a venire pubblicati, accontentandosi di lavorare nel frattempo come semplici assistenti. In Bakuman viene dato spazio anche alle loro storie, una sorta di rovescio della medaglia, di contraltare che si oppone al semplicistico ottimismo della maggior parte degli shonen.