L’idea di creare una serie animata di Black Lotus, spin-off di Blade Runner, risale al 2018. Da allora il progetto ha preso forma, grazie a Crunchyroll e Adult Swim che hanno impostato la produzione di tredici episodi da trenta minuti l’uno, realizzati da Sola Digital Arts e ambientati diciassette anni prima di Blade Runner 2049.
Nel corso della prima edizione dell’Adult Swim Con è stato possibile rivelare alcuni dettagli, grazie agli interventi dei registi dell’anime. Potete vedere l’intervista completa nel video in coda all’articolo.
Tra le altre cose, Shinji Aramaki (Appleseed) e Kenji Kamiyama (Ghost in the Shell: Standalone Complex) hanno discusso dell’utilizzo della computer grafica per la realizzazione della serie. Entrambi hanno puntato su un impatto visivo che potesse rendere giustizia all’ambientazione futuristica, in particolare alla complessità del contesto cittadino.
Il mondo raccontato in Blade Runner ha avuto una grande influenza sui registi e sugli animatori giapponesi
Risulta evidente che l’universo narrativo descritto nell’opera abbia fatto da capostipite a una fitta schiera di produzioni che immaginavano il mondo del futuro, la maggior parte dei quali realizzata nel Paese del Sol Levante. Un’interpretazione che rimane valida ancora oggi.
Non è ancora stata decisa una data di pubblicazione sulle due piattaforme di streaming.
Il franchise di Blade Runner è nato nel 1968 con il romanzo di Philip Dick, intitolato Ma gli androidi sognano pecore elettriche?. Il libro ha ricevuto una trasposizione cinematografica diretta da Ridley Scott nel 1982, con un seguito nel 2017 grazie a Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve. Blade Runner Black Out è il titolo del cortometraggio promozionale, realizzato nel 2017 all’uscita del film. Il corto ha ispirato pesantemente il nuovo anime, che riprenderà alcuni temi, da sviluppare sui tredici episodi della serie.