Ken Akamatsu è ormai un veterano nel mondo dei manga, rispettato a tal punto da essere consultato spesso e volentieri dal governo giapponese per tematiche riguardanti questo pilastro della cultura nipponica, ormai diffuso in tutto il mondo.
Dopo aver iniziato con le prime storie nel 1993, ormai 17 anni fa, Akamatsu sale alla ribalta nel 1999 con Love Hina, pubblicando 14 tankobon che hanno venduto più di 6 milioni di copie, divenendo uno dei titoli di maggiore successo. Da questa commedia romantica dai toni harem, sono stati poi tratti un anime e 3 OAV, più una serie di brevi racconti.
Nel 2001 esce poi Negima: Magister Negi Magi, opera più longeva di Akamatsu che conta 38 tankobon, un anime e un videogioco. Ad essi si sono poi aggiunti uno spin-off dal titolo Negima?! Neo, con relativo anime e lungometraggio intitolato Negima! Magister Negi Magi: Anime Final.
Come far sopravvivere il manga?
Data la sua esperienza, Akamatsu è stato recentemente interpellato dal governo giapponese che si interroga sul futuro dei manga e di come essi possano sopravvivere. L’autore stesso ha twittato la sua risposta:
今月、参議院の参考人質問に呼ばれましたが、国会議員から「日本の漫画が世界で生き残るにはどのような方策が必要か?」という質問がありました。私からは、「まずは何と言っても表現の自由。日本は諸外国に比べて自由な創作ができるのが強み。ただ外資系プラットフォームが寡占化する中で、→
— 赤松 健 ⋈(参議院議員・全国比例) (@KenAkamatsu) June 29, 2020
E se, come me, non hai molta familiarità con il giapponese, questa la traduzione in italiano:
“Questo mese sono stato invitato a partecipare ad una sessione interrogativa dei testimoni alla House of Councillors, ma invece, un membro del DIET (governo giapponese) mi ha chiesto: ‘Quali misure sono necessarie affinché il manga giapponese sopravviva?’ Così ho risposto: ‘Prima di tutto, la libertà di espressione. In confronto ad altri paesi, il punto di forza del Giappone è la libertà creativa. Però, con le piattaforme straniere che stanno diventando sempre più dominanti, vorrei evitare che le opere giapponesi si conformino agli standard esteri.'”
Ciò che Akamatsu teme è dunque la possibilità che questa creatività tradizionale giapponese venga modificata e adattata per raggiungere le culture estere, il che trasformerebbe e danneggerebbe la cultura manga.
L’autore continua dicendo che si dovrebbe istituire un Centro Manga Nazionale nel quale conservare i manoscritti originali in modo da crearne una sorta di un’esibizione, un museo visitabile da tutti gli appassionati. Stando alle sue parole, questa speciale consulenza al governo è proseguita in maniera molto positiva e sembra essere stata ben accolta dagli esponenti presenti.
Il Giappone deve quindi conservare i proprio canoni e la propria tradizione, puntando sulla sua caratteristica libertà creativa per far si che sopravviva e continui a spiccare nel panorama del manga, ormai globalizzato.