L’edizione italiana di The Promised Neverland risale al 2018, a cura della casa editrice BD. Il manga di Kaiu Shirai era uscito in Giappone nel 2916, pubblicato a puntate settimanali sulla rivista Weekly Shonen Jump, celebre testata dove sono stati pubblicati anche diversi successi come I Cavalieri dello Zodiaco e Death Note.
Pare che dopo una lunga conoscenza siamo in procinto di salutare Emma e gli altri protagonisti, almeno nel formato cartaceo. Mentre l’anime si prepara ad una seconda stagione, The Promised Neverland è giunto all’ultimo capitolo del manga. Gli autori del resto avevano già preannunciato che lo scioglimento della trama era prossimo.
The Promised Neverland, cosa ci aspetta
Mentre i primi 12 episodi dell’anime coprono solo fino al capitolo n° 37, il manga è ormai giunto a 159 numeri pubblicati. La ripresa dell’anime è fissata probabilmente al gennaio 2021, a causa della pandemia e dello stato si emergenza.
La vicenda di The Promised Neverland inizia in un ipotetico 2045, in un orfanatrofio chiamato Grace Field House. Siamo nel futuro, ma qui il tempo appare sospeso, come nell’isola felice evocata dal titolo. In tutto i bambini che vivono nella struttura sono 37, e i più grandi hanno solo undici anni: Emma, Norman e Ray. La vita dei ragazzini sembra perfetta fra giochi e lezioni, ma putroppo ha un limite: il confine del cancello dell’orfanatrofio, che apre al mondo esterno.
L’equilibrio si infrange nel momento in cui la piccola Conny viene adottata. Seguendola per ridarle un giocattolo, Emma e i suoi amici scoprono che a portarla via sono stati dei demoni che si nutrono dei bambini cresciuti tanto amorevolmente da Madame Isabella.
Da qui iniziano i tentativi dei tre ragazzini per sfuggire al loro destino e portare con sé tutti i compagni della Grace Field House. Al comando della missione di salvataggio, Emma ormai è quasi riuscita nel suo intento, il che sembra portarci verso un possibile lieto fine per The Promised Neverland.
Caratteristica suggestiva del fumetto sono gli ambienti di ispirazione vittoriana, che richiamano la vicenda di Peter Pan in chiave distopica.