Vi avevamo lasciati nello scorso racconto sulla mitologia Shintoista a Izanagi agghiacciato da quello che era diventata Izanami una volta arrivata nelle terre di Yomi, la grande oscurità. Quando vide il viso della sua amata, Izanagi si spaventò e scappò senza pensarci due volte, sigillando l’entrata che portava in quel regno. Con tutto il fiato che aveva in corpo, Izanami urlò che avrebbe portato la morte nel regno dei vivi, uccidendo 1000 persone al giorno! Izanagi, in tutta risposta, la sfidò dicendo che allora ne avrebbe fatti nascere 1500 di nuovi uomini ogni giorno.
In questo articolo parleremo di come nacquero le tre divinità più importanti della religione Shintoista e andremo a scoprire nel dettaglio la storia di due di questi.
SOLE LUNA E VENTO
Ritornato dal regno delle ombre, Izanagi andò subito a purificarsi. Mentre si spogliava e rimuoveva tutti gli accessori dal proprio corpo, ogni oggetto che gettava a terra diventava una nuova divinità; anche quando andò a lavarsi in acqua, nacquero numerosissime divinità. I più importanti, però, nacquero quando egli si lavò la faccia:
- Amaterasu, incarnazione del Sole nata dal suo occhio sinistro
- Tsuuyomi, incarnazione della Luna nato dal suo occhio destro
- Susano-o, incarnazione del Vento (e della Tempesta) nato dal suo naso
Dopo aver visto queste tre nuove divinità, decise che il mondo venisse diviso fra loro: ad Amaterasu venne dato il cielo, a Tsukuyomi la notte e la luna e infine a Susanoo i mari.
LA LEGGENDA DI AMATERASU E SUSANOO
Ci sono molti racconti incentrati su una delle più famose divinità della mitologia giapponese, una di queste narra del terribile comportamento che ebbe il fratello Susanoo nei confronti di Izanagi.
Stanco delle continue lamentele di Susanoo, lo confinò nel mondo di Yomi; accettò il proprio destino, anche se riluttante, dicendo però che prima avrebbe dovuto adempiere ad alcuni compiti rimasti in sospeso.
Ritornato in Takamanohara (cielo) per dire addio a sua sorella, Amaterasu, la salutò, ma la divinità conoscendo molto bene il fratello Susanoo, era riluttante e propose una gara per provare la sua buona fede: la sfida sarebbe stata vinta da chi avrebbe dato alla luce il maggior numero di figli divini. Amaterasu generò allora tre donne dalla spada di Susanoo, mentre il fratello generò cinque uomini dal monile di Amaterasu. Quest’ultima, pretese che i cinque uomini generati dal suo oggetto fossero attribuiti a lei e di conseguenza, le tre donne furono attribuite al fratello.
Entrambe le divinità si dichiararono vincitori, ma l’insistenza di Amaterasu provocò l’ira del fratello, e dopo vari scontri, gettò in una delle sale del palazzo di Amaterasu un poni mezzo scorticato che causò anche la morte di una delle ancelle. Amaterasu fuggì, e si nascose nella grotta di Iwayado. Poiché l’incarnazione del sole si era nascosta in una grotta, il mondo venne interamente oscurato.
AMA-NO-UZUME
A turno, tutti gli dei cercarono di far uscire dalla grotta Amaterasu, ma lei si rifiutò categoricamente. Un giorno, il dio dell’ilarità, Ama no Uzume, ebbe un’idea: piazzò uno specchio di bronzo su un albero, che puntava alla caverna di Amaterasu, quindi Uzume si ricoprì fiori e foglie, capovolse una tinozza e prese a ballarvici sopra. Alla fine si spogliò delle foglie e dei fiori e danzò nuda. Le divinità maschili esplosero in grosse risate, e Amaterasu incuriosita sbirciò fuori dalla caverna e partì un raggio di luce, che venne chiamato Alba.
Ameno-Tajikarawo, divinità dello sport e della forma fisica, tirò per un braccio la dea e la fece finalmente uscire dalla caverna, che venne poi sigillata con una roccia sacra chiamata shirukume. Circondata di risate, la depressione di Amaterasu scomparve e accettò di restituire la sua luce al mondo. Ama-no-Uzume fu da allora conosciuta come divinità dell’alba e dell’ilarità.