Dal 2000 al 2004, per un totale di tredici volumi (che vanno a sommarsi ai tredici della prima serie), il Maestro Nobuyuki Fukumoto mette nuovamente sotto i riflettori quello che, probabilmente, è il suo personaggio più riuscito: Itou Kaiji.
La trama
Kaiji, in seguito alle vicende dello Starside Hotel, si nasconde dai suoi creditori. Il pesante debito lo costringe a camuffarsi e a vivere di espedienti. Quando arriva a toccare il fondo, fa una proposta disperata a Endo, uno degli strozzini che, con più foga, gli dà la caccia. Questi, assecondandolo, approfitta dell’occasione per catturarlo e consegnarlo alla società Teiai, la più grande creditrice di Kaiji. Nel sottosuolo di una non meglio specificata zona del Giappone, Kaiji ed altri disperati che, come lui, non riescono ad onorare i propri debiti, sono costretti ai lavori forzati per un totale di anni proporzionato alla mole del loro debito. Tra le pochissime modalità di intrattenimento permesse, c’è il chinchirorin, un gioco di dadi in cui tutti i lavoratori puntano le loro misere paghe, nella speranza di riuscire a vincere abbastanza da potersi permettere qualche giorno in superficie.
Pesce piccolo mangia pesce ancora più piccolo
Tobaku Hakairoku Kaiji narra di una guerra tra poveri. I debitori ai lavori forzati vivono in un sistema economico chiuso, basato su una valuta, i perica, che ha valore solo nel sottosuolo. Pertanto, per poter ottenere più perica, i lavoratori non possono fare altro che cercare di toglierli ai loro omologhi. Il sistema è quindi basato sul più classico mors tua, vita mea, non così diverso dalla superficie…
Gli squali, voraci predatori della prima serie di Kaiji, Tobaku Mokushiroku Kaiji, si limitano, nella seconda serie, a fare da spettatori. D’altronde, i pesci piccoli di cui sopra, sono già stati da loro fagocitati.
Differenze con la prima serie
Oltre al cambiamento del ruolo degli squali, uomini d’affari dotati di grande potere, la seconda serie di Kaiji presenta altre peculiarità. La funzione etica, esplicita nella prima serie, viene affidata, in questo seguito, al sottotesto, ovvero a tutti quegli elementi che possono portare il lettore a trarre una morale.
Le prove a cui si sottopone Kaiji e, con lui, tutti gli altri personaggi, perdono totalmente la componente fisica, facendo di quella mentale l’unica colonna portante di tutto il manga. L’ovvia conseguenza è un’imperante staticità dell’azione che diventa qualcosa di paragonabile ad un’infinita partita a scacchi in cui dietro ad ogni piccola mossa si nasconde una lunga pensata e la maturazione di una strategia.
Conclusioni
Quando si valuta un seguito, non si può non paragonarlo al suo prequel. L’impressione, facendo un confronto, è che questa seconda serie, perdendo in dinamismo, perda anche nel confronto. Presa a sè, però, l’opera resta una lettura godibilissima e, nella sua staticità, ricca di colpi di scena non da poco. D’altronde, la disperazione umana, di fronte al rischio della totale rovina, può portare a situazioni completamente imprevedibili. Purtroppo, come nel caso della prima serie, anche questa, ovviamente, risulta ancora inedita, in Italia.