Restando su temi disturbanti… quante volte mio caro iCrewer ti sei chiesto cosa ci sia dopo la morte?
Sicuramente è una domanda che ci siamo posti tutti almeno una volta nella nostra vita, anche se è impossibile trovare una risposta concreta. Però, capita che delle pseudo risposte o interpretazioni sull’argomento arrivino da storie, racconti, film… o comunque da persone che hanno provato a dare una loro idea sulla fine della nostra esistenza.
E’ per questo motivo che oggi voglio presentarti Gantz, un’opera scritta da Hiroya Oku che ha riscosso un enorme successo sia in Giappone che nel resto del mondo grazie al suo fumetto, serializzato per oltre dieci anni, per un totale di oltre trecento capitoli, racchiusi in ben trentasette volumetti, per ricevere poi un adattamento animato nel giro di qualche anno. La serie animata infatti è giunta in Italia grazie a Yamato Video e approdata poi su Netflix.
Però bisogna puntualizzare, che come accade spesso e volentieri, l’anime non segue del tutto la versione originale del manga e questo porta a storcere un po’ il naso, però tutto sommato ha avuto successo.
La storia di Gantz narra le vicende di Kei Kurono, un liceale insicuro e dall’atteggiamento molto scontroso ed egoista. Un giorno, insieme al suo amico d’infanzia Masaru Kato, si trova coinvolto in un terribile incidente, venendo travolti da un treno in corsa.
Da quel momento… la morte sarà solo l’inizio.
I due si risvegliano in un luogo strano e circondato da persone che non conoscono, prendendo poco dopo coscienza di ciò che è accaduto, capendo che sono finiti in una sorta di “limbo” e per sopravvivere sono costretti a dare la caccia a strambe creature aliene, incaricati dal “capo” di questa dimensione in cui si trovano: il Gantz.
Si… Okay… questa cosa ricorda vagamente Man in Black.
La loro missione da quel momento in poi, sarà eliminare queste creature, invisibili all’occhio umano. L’anime tutto sommato pare affascinante, violento, crudo e ricco di momenti splatter anche se il doppiaggio italiano lascia un po’ a desiderare.