Il mondo degli anime sta vivendo un processo di occidentalizzazione?
Natale è alle porte e, tutto intorno a noi diventa un tripudio di luci e colori. Quando si esce di casa, in una sera di Dicembre, ad attenderci non c’è lo scenario che vediamo per tutto l’anno ma, a seconda di dove si vive, ci si ritrova davanti ad un’atmosfera speciale, che si respira nell’aria. Ugualmente, quando si torna a casa, ci accoglie qualche addobbo, un albero di Natale o un presepe. A dicembre, tutto ciò che ci circonda diventa a tema natalizio. Tutto. Spesso, anche le serie, i cartoon e gli anime che seguiamo si concedono una colorata deviazione dalla trama principale, mandando in onda un episodio speciale. Non possono non venire subito in mente i Christmas Specials di cartoon americani come I Simpson o I Griffin che, ogni anno, dedicano una puntata al Natale con un episodio che, di solito, viene mandato in onda mentre la festività si consuma nelle nostre case e sulle nostre tavole (gnam).
Per un cartone animato formato da soli episodi autoconclusivi e che tratta la vita di una famiglia “media” americana, prendendo spunti su luoghi e personaggi dalla vita reale di tutti i giorni, l’episodio natalizio (così come quello di Halloween) non sembra discostarsi tanto dal normale susseguirsi delle puntate. Cosa accade, invece, negli anime?
Il Natale è ormai festeggiato anche in Giappone anche se, eccezion fatta per i nipponici di fede cristiana, è qualcosa di paragonabile a ciò che succede in Italia con Halloween, ossia l’importazione dall’estero di una bella tradizione (un ringraziamento speciale alla nostra Elisabetta Arcieri che farà uscire, prossimamente, un articolo approfondito sul Natale in Giappone). Di conseguenza, era solo una questione di tempo prima che gli anime ambientassero alcuni episodi delle loro storie nei contesti cari alla festività in oggetto.
Un esempio su tutti è l’episodio “Red-nosed reindeer” dell’anime Sword Art Online (foto di copertina). Ma la lista è ormai piuttosto vasta e comprende titoli come Card captor Sakura, Toradora! e K-On. Certo, per chi è cresciuto con gli anime della vecchia scuola anni Ottanta, ritrovarsi il Natale negli anime genera sensazioni in contrasto tra loro. Il Giappone appariva come una cultura molto distante da quella occidentale e gli anime contribuivano ad alimentare quell’idea ed il fascino verso un mondo orientale così diverso. Oggi, invece, pare che ciò che su un mappamondo sembra così lontano si stia sempre di più avvicinando, almeno culturalmente. Probabilmente, è a causa di questo processo di globalizzazione che nascono produzioni come Aggretsuko, un anime (prodotto da Netflix) con protagonisti degli animali antropomorfizzati, ispirati esteticamente dalla tipica caricatura giapponese (teste grandi su piccoli corpi, occhioni e quant’altro), che, tuttavia, vivono situazioni che si era abituati a vedere in produzioni tipicamente occidentali (non necessariamente d’animazione) quali il mondo del lavoro e le dinamiche d’ufficio. A conferma di questa fusione, di questa contaminazione, vi è l’uscita del Christmas Special di Aggretsuko, dal titolo “We wish you a metal Christmas”, previsto per oggi, 20 dicembre.
Questa tendenza, per quanto riservi anche delle gradevoli chicche, potrebbe preoccupare i puristi dell’anime, altresì conosciuti come Filler Haters (non è vero, l’ho appena inventato) che temono (o temo? Sono il solo a temerlo? Commentate!) che la trama delle loro serie preferite possa essere, in futuro, bruscamente interrotta da un episodio natalizio fatto di carinerie e buoni sentimenti, come accade per le produzioni occidentali. Lungi dal voler contendere il posto al Grinch, vogliamo veramente vedere Goku e Freeza sotterrare momentaneamente l’ascia di guerra per scambiarsi doni sotto l’albero e rinunciare, dunque, al normale scorrere della trama, anche se per una sola puntata?