Yukinobu Hoshino: un nome che a molti appassionati di manga dirà poco, ed è un peccato, perché questo autore classe 1954 nel corso di oltre trent’anni di carriera ha dato vita ad alcuni dei manga più interessanti del panorama fantascientifico giapponese.
La recensione di oggi è dedicata proprio al suo capolavoro, 2001 Nights, pubblicato dal 1984 al 1986 sulla rivista Action Comics. Ne abbiamo parlato recentemente in una lista dei dieci manga che meriterebbero un adattamento animato, ma qui di seguito trovate una valutazione più estesa e completa.
2001 Nights: la trama delle venti notti
Il titolo dell’opera deriva da una fusione tra 2001: Odissea nello spazio, il celeberrimo film di Stanley Kubrick del 1968, e Le mille e una notte, l’altrettanto famosa raccolta di fiabe orientali. Da un lato, quindi, indica la natura fantascientifica e cosmica del manga, dall’altro il fatto che sia composto da storie, racconti autonomi tra di loro, anche se non manca qualche collegamento interno.
Nello specifico le venti storie sono:
Progenie: un prologo preistorico dall’evidente ispirazione kubrickiana.
Bagliore terrestre: ai tempi della Guerra Fredda e della minaccia di un conflitto nucleare, una stazione spaziale americana riceve una visita inaspettata.
Il mare della fecondità: una donna si reca sulla Luna alla ricerca della sorella scomparsa, ma troverà qualcosa di completamente diverso.
Maelstrom III: mentre l’umanità si espande verso il sistema solare esterno, un cosmonauta solitario deve lottare per la propria vita in seguito a un grave incidente.
Gli orfani dello spazio: non potendo ancora accedere a mezzi di propulsione che permettano di percorrere in poco tempo le sterminate distese cosmiche, viene messo a punto un progetto per spedire su pianeti potenzialmente abitabili embrioni umani.
Rendez vous: cosa succede alle anime degli esseri della Via Lattea quando muoiono o sono prossimi alla morte?
Il viaggiatore venuto da lontano: l’intelligenza artificiale di un’astronave si dimostra capace di provare affetto per una donna dell’equipaggio.
La stella del demonio – L’avvento di Lucifero: la spedizione verso il nuovo pianeta fatto di antimateria scoperto oltre l’orbita di Plutone si complica in seguito a misteriosi omicidi e incidenti. Dietro tutto questo c’è forse padre Ramon, inviato del Vaticano? O qualcun altro?
Le luci del cielo sono tutte stelle: grazie all’antimateria del pianeta Lucifero, finalmente è possibile viaggiare tra le stelle.
Un viaggio che supera il domani: storia divisa in due parti, la prima è il seguito di “Il viaggiatore venuto da lontano” e la seconda riprende “Gli orfani dello spazio”.
Il mondo pietrificato: l’equipaggio di una missione spaziale giunge su un mondo popolato da strane statue e resti di un’antica civiltà: cosa è successo lì?
La nave degli sconosciuti: un pianeta senziente è testimone dell’arrivo dei coloni umani, ma la loro avventura non finirà bene.
Pianeti simbionti: un mondo popolato da strani funghi è teatro dell’ennesimo scontro tra le due superpotenze mondiali.
L’evoluzione finale: l’equipaggio di un’astronave deve gestire la minaccia di uno strano buco nero. O forse non è solo un buco nero?
Orbita ellittica: un uomo e una donna si riuniscono dopo quindici anni, ma il rapporto che li lega verrà svelato solo nel finale… e ha a che fare con l’ibernazione.
Il canto degli uccelli ora è silente: il pianeta Aornas offre un bel rompicapo paleontologico agli studiosi: com’è possibile che la fauna di volatili predominante sul pianeta compaia e scompaia a intermittenza dagli strati fossili?
Colonia: un uomo reduce di una brutale caccia su un pianeta coperto da giungle racconta la sua storia.
All’amore il tempo: un astronauta rimane prigioniero di un buco nero, ma l’amore di sua moglie supera tutto, persino le barriere della fisica.
L’odissea del pianeta verde: l’esplorazione di un mondo lussureggiante e ostile dimostra quanto sia tenace la vita.
La ballata della Terra lontana: sullo stesso pianeta si intrecciano i destini dei colonizzatori dello spazio e dei ragazzi nati dagli embrioni spediti lì secoli or sono.
Una sci-fi retrò eppure proiettata al lontano futuro
La prima cosa che colpisce di Yukinobu Hoshino è lo stile di disegno, che di giapponese non ha nulla e ricorda piuttosto la scuola del fumetto occidentale, con una ricerca esasperata di realismo e di attenzione al dettaglio.
Ma l’Occidente costituisce una fonte di ispirazione soprattutto per i contenuti, che si rifanno largamente all’epoca d’oro della fantascienza, alle opere di Arthur C. Clarke, Ray Bradbury, Frederick Brown, Stanisław Lem, Clifford D. Simak e altri grandi nomi. 2001 Nights è stato pubblicato nello stesso periodo in cui muoveva i primi passi il filone del cyberpunk, che in Giappone avrebbe dato vita a capolavori come Ghost in the Shell, mentre l’animazione era dominata dalle epiche battaglie tra mecha di Mobile Suit Gundam, Macross e altri franchise di successo; eppure Hoshino sceglie di ispirarsi ai decenni precedenti, quando i temi caldi del genere erano la conquista e l’esplorazione dello spazio. Esplorazione che, come si vedrà, ha poco di eroico o di ottimistico e che Hoshino rielabora a modo proprio con grande originalità.
Altro tratto distintivo di 2001 Nights è l’imponente mole di citazioni, non solo alla fantascienza. In “La stella del demonio”, ad esempio, una parte consistente della trama è modellata sulla base dei riferimenti al Paradiso Perduto di John Milton, capolavoro della letteratura seicentesca che rilegge il peccato originale e la figura di Satana. In altri casi, le storie sono sorrette da una conoscenza abbastanza profonda della fisica: basti pensare alla dilatazione temporale legata ai buchi neri in “All’amore il tempo”.
La corsa allo spazio tra entusiasmi e pessimismo
Il cosmo in cui Hoshino ambienta le proprie storie è un novello Far West che attende solo di essere esplorato e colonizzato, ma che nasconde dentro di sé miriadi di pericoli. La capacità dell’uomo di adattarsi a qualsiasi ambiente e di superare qualsiasi ostacolo si scontra, ora vittoriosamente, ora con esiti tragici, con sfide a volte gigantesche, a volte più contenute ma non meno insidiose; e come se non bastasse, spesso riesplodono le c0ntrapposizioni ideologiche ereditate dall’umanità del XX secolo, ad esempio gli onnipresenti scontri tra il blocco sovietico e quello occidentale. Non bisogna dimenticare che il manga è della prima metà degli anni ’80, un’epoca in cui la contrapposizione tra le due superpotenze era ancora viva e la caduta dell’URSS non era nemmeno preventivata; non a caso Hoshino immagina che in futuro l’Unione Sovietica possa addirittura evolvere in una Federazione Eurasiatica, più potente che mai e assetata di conquiste tanto quanto gli Americani.
Quello di 2001 Nights è un universo brulicante di vita, come si intuisce già nel finale della terza notte, “Il mare della fecondità”. Spesso Hoshino si diverte a immaginare mondi alieni completamenti diversi dalla Terra, a dare informazioni biologiche particolarmente suggestive: è il caso, ad esempio, degli uccelli migratori di Aornas o delle grandi piante che lottano per perpetuare la propria discendenza sul mondo che orbita attorno alla supergigante rossa Betelgeuse.
Nonostante ciò, non ci si trova mai di fronte a creature intelligenti. Gli unici resti di civiltà extraterrestri mostrano i segni di cataclismi e distruzioni inimmaginabili, e anche quando qualche equipaggio incrocia sulla propria strada un essere senziente manca qualsiasi possibilità di dialogo: è il caso del pianeta pensante di “La nave degli sconosciuti”, ma anche della forma di vita definitiva di “L’evoluzione finale”, entrambi troppo alieni e diversi dall’uomo per poter comunicare con lui. Forse il cosmo è così vasto che è infinitamente poco probabile l’incontro tra due civiltà dello stesso livello, o forse ci sono altri popoli intelligenti là fuori, ma la loro conoscenza appartiene a un futuro ancora più remoto di quello che Hoshino vuole mostrarci.
Il pessimismo di Hoshino si manifesta anche nella mancanza di una retorica dell’eroismo. O meglio, se ci sono degli eroi, quelli sono gli uomini e le donne comuni, che spesso lottano unicamente per la propria sopravvivenza, con le unghie e con i denti. Non c’è nessun grande impero galattico, nessuna federazione mondiale che metta da parte le contrapposizioni ideologiche del ventesimo secolo; anzi, come già scritto, Hoshino immagina una prosecuzione della Guerra Fredda nello spazio. Niente futuro idilliaco alla Star Trek, per capirci, niente gloriose civiltà portatrici di ordine come l’impero immaginato da Asimov. Ma persino questi scontri di civiltà appaiono poca cosa rispetto alla grandezza di un cosmo infinito e buio, che, come recita la frase posta a conclusione dell’ultimo racconto: “si estese ovunque, inghiottendo ogni cosa, lasciando un senso di vuoto incolmabile, e silenziosamente fece calare il suo sipario profondo e malinconico.”
Oltre l’opera madre: 2001+5 e Sabel Tiger
Dopo la conclusione di 2001 Nights, Yukinobu Hoshino si imbarcò in una nuova saga fantascientifica intitolata Star Field, con toni completamente diversi: non più una raccolta di storie sulla colonizzazione dello spazio, ma un’epica space opera in cui l’umanità è chiamata a difendersi da una minaccia aliena incombente. L’opera non ebbe il successo sperato e la pubblicazione fu troncata bruscamente, ma anni dopo Hoshino vi rimise mano e la pubblicò, insieme ad altre brevi storie, nel volume 2001+5, una sorta di naturale continuazione di 2001 Nights con nuove storie.
In realtà, solo la prima, Nel gran mare della notte, si riallaccia davvero a 2001 Nights, fungendo da epilogo della storia dell’intelligenza artificiale KARC 9000. Le altre sono narrazioni a sé, non prive a volte di idee interessanti, come quella alla base di Phobos e Deimos in cui si immagina che gli impatti meteorici abbiano spedito creature terrestri nell’orbita di Marte.
Un altro volume di storie fantascientifiche spesso accostato a 2001 Nights è Sabel Tiger, che raccoglie sette racconti dai toni più disparati, capaci però di reggere il confronto con il capolavoro di Hoshino. In particolare si segnalano Sabel Tiger, in cui la natura ottiene finalmente il sopravvento sull’umanità in una cornice pleistocenica, Quo vadis?, in cui si immagina la comparsa di un oggetto che viola le leggi fondamentali della fisica mettendo in crisi tanto la religione quanto la scienza, e Il pianeta dell’inverno, struggendo disamina delle abitudini di una razza umanoide su un pianeta che ruota velocissimo intorno alla propria stella, al punto che le loro vite durano appena un anno terrestre.
In Italia, 2001 Nights fu portato la prima volta dalla defunta Granata Press nel 1992. Una seconda edizione uscì tra il 2005 e il 2006 ad opera della casa editrice Flashbook, la stessa che nel 2006 pubblicò anche 2001+5 e Sabel Tiger. Altre opere di Hoshino sono state pubblicate sia da Flashbook sia da J-POP.