Ciao Icrew e bentornato nella rubrica più cliccata del momento, dove poter parlare dei mitici Cavalieri dello zodiaco è sinonimo di “epicità” e coinvolgimento totale. Dove ero rimasto? Ah sì Ikki mette ko Mime e recupera così il quarto zaffiro di Odino, ma purtroppo per lui rimane a terra esamine a causa del combattimento. Quindi Shun, Hyoga e Seiya riprendono il cammino verso il palazzo di Hilda, mentre Shiryu si risveglia. Subito si rende conto, che non sarà propriamente una passeggiata dover risalire il burrone in cui i lupi di Luxor l’hanno fatto precipitare.
Intanto al palazzo reale c’è un “conciliabolo” abbastanza acceso tra i tre God Warriors rimasti e la regina: Syd della stella Mizar, Siegfried di Dubhe ed Alberich di Megrez. Si discute sul fatto che i Bronze Saint siano arrivati troppo vicino e troppo facilmente, quindi Alberich (il ben noto Megres della serie tv) chiede il permesso agli altri compagni ed alla regina di poter agire a “modo suo“. Conoscendo la slealtà del compagno Mizar ed Orion non acconsentono, mentre a sorpresa Hilda gli concede “carta bianca”.
https://youtu.be/WX0PgoTCQL4
GOD WARRIORS
I God Warriors ritornano a presidiare i propri territori, ed in questo frangente Megres si accorge che nel tetro bosco che difende, si aggira un guerriero. Scopre ben presto si tratta di Marin, la sacerdotessa guerriera di Atene, corsa in aiuto di Seiya. Tra i due inizia inevitabilmente un duello, ed a sorpresa Marin sembra essere in vantaggio: Megres allora gioca sporco, e gli getta dell’acido sulla maschera che fa ribaltare la situazione a suo favore. Decide così di rinchiudere Marin nella teca viola dell’ametista, per usarla come esca contro i Bronze Saint, e recuperare così i quattro zaffiri di Odino.
L’origine del nome di Megres, ossia Alberich, sono da rifarsi sempre alla mitologia norrena: infatti era il nome del re dei nani guardiano del tesoro dei Nibelunghi, ma per via del suo carattere infido è accostato al Dio della mitologia vichinga Loki. Ma bando alle ciance…Seiya percepisce il pericolo in cui si trova Marin, ed immediatamente si precipita in suo aiuto, ma scoprirà ben presto una “brutta” sorpresa. Marin è intrappolata in una prigione viola in fin di vita, ed un cavaliere gli si palesa innanzi pretendendo lo zaffiro di Odino.
Attenzione all’ametista viola cavalieri!
Tra Megres e Seiya la lotta è impari (come sempre accade in questa saga), ma questa volta a mio avviso non per le capacità del God Warrior, piuttosto per la sua “slealtà”: infatti ricatta Seiya con Marin per poter così ottenere lo zaffiro, ma alla fine rinchiude lo stesso Bronze Saint nella tetra “bara” viola. Perché tanto interesse negli zaffiri? Per riconsegnarli ad Hilda dirai…invece no, perché Megres sa bene del maleficio che tiene prigioniera la sua regina (in quanto di nascosto ha assistito alla scena). Il motivo è un altro, ed è legato alla storia della sua famiglia: pare abbia letto che un giorno un membro della sua casata, impossessatosi dei sette zaffiri e grazie alla spada Balmung, avrebbe salvato il popolo di Asgard da una crisi interna. Dato però il carattere malvagio del God Warrior il suo intento è uccidere Hilda, ed impossessarsi del mondo grazie alla spada del Dio Odino.
Ed infatti Seiya è la sua prima vittima che, nonostante non cede agli inganni del God Warrior, questi grazie alla “Spada dell’ametista” o in originale Sword of fire (nel doppiaggio originale viene detto che fa parte dell’armatura del cavaliere, mentre chissà perché in quello italiano, viene detto che la stessa è un dono di Artax), lo mette in serie difficoltà. Così il God Warrior lo imprigiona con la sua tecnica chiamata Ametist Shield (già usata con Marin ossia Teca viola dell’ametista) e prende il primo zaffiro, aspettando gli altri Bronze Saint che senz’altro arriveranno in suo aiuto.
Il primo ad arrivare è Hyoga, che mezzo acciaccato per colpa del combattimento con Artax, non crede a ciò che vede: un luogo di desolazione e tetre bare viola. Megres si presenta al cavaliere di Athena ed il duello ha subito inizio, con Hyoga che prova ad immobilizzare l’avversario con una tecnica imparata durante l’addestramento in Siberia, ossia di congelare le caviglie del nemico. Ma il God Warrior grazie al fuoco della spada si libera facilmente.
Anche con Hyoga non mancano sotterfugi ed inganni per farlo cadere in trappola, e fargli credere di essere l’unico in grado di poter liberare Marin e Seiya: ma anche il nostro cigno resta fedele all’impegno preso con Athena ed affonda i colpi, sfoderando l’Aurora Execution. Ma il cigno, inconsciamente condizionato dalle parole del God Warrior, pare non affondare i colpi con decisione. Questo permette a Megres di sfoderare il suo ennesimo attacco (questa volta richiamando le forze della natura), ossia Nature Unity conosciuto come “Anime della natura“. Così mette ko Hyoga ed è pronto ad impossessarsi del secondo zaffiro; ma ecco che improvvisamente fa la sua comparsa (finalmente risalito dal dirupo in cui era caduto) Shiryu.
Le bugie hanno le gambe corte…sempre!
A questo punto si apre un piccolo flashback, in quanto Megres ben conosce l’allievo del maestro dei cinque picchi, visto che lo stesso sconfisse il padre anni addietro. Il maestro Dohko con la sua telepatia prova a spiegare al dragone le cose come andarono, consigliandogli di restare immobile al colpo dell’avversario basato sulle forze della natura, e diventare un tutt’uno con essa. Inizialmente Shiryu ci prova ma senza successo, distratto anche dalle menzogne del God Warrior, ma alla lunga e con l’inganno (spogliandosi della sua armatura), riesce a sconfiggere Megres con il Rozan Shoryuha, rimanendo però privo di forze.
https://youtu.be/WES2YxXk6UQ
Sconfitto il God Warrior, anche le teche dell’ametista si dissolvono come neve al sole, facendo risvegliare Seiya e Marin; anche Hyoga si riprende, e raccolti i quattro zaffiri, li consegna a Seiya ed insieme si dirigono verso il prossimo nemico. Intanto Shun pare sia già arrivato ai piedi del Castello Valhalla (così chiamato sempre in onore dei miti norreni), ed ha con sé lo zaffiro di Mime; ma appena varcata la soglia di accesso, gli si para davanti il suo nemico Syd della stella Mizar.
Due tigri per due cavalieri!
Se ricordi ti accennai che questi ha un fratello gemello: così come nella costellazione dell’orsa maggiore ci sono due stelle vicine Mizar ed Alcor, così nella realtà Mizar ha un fratello “ombra” che lo segue sempre. Affidato alla nascita ad una famiglia umile di Asgard, perché le leggi non permettevano di avere due figli, risalito alle sue origini Alcor nutre invidia ed odio nei confronti di Mizar. Ma come ogni buon fratello quando questi viene messo al tappeto da Shun con la Nebula Storm, interviene in suo aiuto (un po’ come Ikki con Shun).
Ma andiamo per gradi poiché come sempre Shun inizialmente è in difficoltà, e tempestivamente arrivano Hyoga e Seiya in suo aiuto; ma questi non vuole che succeda come al Grande Tempio. Gli dice di andare avanti e trovare l’ultimo God Warrior ed impossessarsi dello zaffiro, e che lui li raggiungerà presto. Il duello con Mizar è sfiancante per Shun, che subisce ripetutamente i “Bianchi artigli della tigre” (Viking Tiger Claw). Alla fine dopo un attacco “congelante” del God Warrior chiamato “In nome dei ghiacci eterni di Asgard” (meglio il nome originale Blue Impulse), il Bronze Saint pare sconfitto: è qui che Ikki ed Athena (telepaticamente) come sempre lo ridestano. Shun si spoglia del cloth e scaglia il suo colpo migliore, come ti accennavo poco fa, la “Nebulosa di Andromeda“, a cui Mizar non resiste e cade sconfitto.
Ecco allora un colpo di scena: Shaina che era arrivata ad Asgard per aiutare Seiya, trova Marin in difficoltà dopo la lotta con Megres. Questa le dice di andare in aiuto di Shun in quanto teme la rivalsa di Alcor (fratello di Mizar). E così accade: il cavaliere ombra si rivela, ed attacca il Bronze Saint e la sacerdotessa di Athena, mettendoli al tappeto. Ma come sempre una “scaglia” di coda risorta a nuova vita, blocca il colpo di grazia che sta per infliggere Alcor: squilli di trombe…Ikki fa la sua comparsa!
Un fratello da salvare ed uno da redimere
Inizia uno scambio di opinioni sull’amore fraterno, sul fatto che Alcor pur potendo non ha salvato Mizar dal colpo di Shun, sul suo passato, e sulla sua decisione di aiutare Mizar pur restando sempre nell’ombra. Ikki non riesce ad aver la meglio sul God Warrior, ma ad un certo punto però riesce a colpirlo con il famigerato “Fantasma diabolico“, che fa vedere ad Alcor uno scontro fratricida tra lui e Mizar, con il fratello inerme a terra e lui che non riesce ad infliggergli il colpo di grazia.
A questo punto arriva in aiuto di Alcor proprio Mizar (ripresosi dal colpo di Shun) che blocca Ikki alle spalle, ed invita il fratello a colpire e non preoccuparsi di lui. Ma qui entra in gioco quell’amore fraterno, di cui prima Alcor non voleva neanche sentire parlare, e così decide di non colpire il Bronze Saint ma anzi, di lasciare andare entrambi, raccogliendo il fratello ed andando in un luogo lontano da Asgard.
Termina così uno dei combattimenti più “sentimentali” a mio avviso, dell’intera serie, ma Seiya e Hyoga che fine hanno fatto? Hanno poi raggiunto la sala del trono?
Siamo in dirittura d’arrivo…