Ciao e bentornato nella rubrica dedicata ai Cavalieri dello zodiaco, come ti avevo accennato la settimana scorsa, i nostri quattro amici decidono di separarsi per cercare quanto prima di arrivare alla dimora di Hilda di Polaris, sconfiggendo i God Warriors che si pareranno loro dinanzi.
Possiamo dire che qui realmente inizia, almeno a mio avviso, la saga di Asgard e la guerra contro “I cavalieri del nord“, tra distese di neve e paesaggi naturali. Infatti ora che ci penso bene, questa è l’unica serie in cui i nostri Bronze Saint sono “all’aria aperta“: nel senso che ad Athene corrono di casa in casa per raggiungere la sala del Grande Sacerdote, nella saga di Poseidone si spostano di “mare in mare” ma tutto molto statico come ambientazione, idem per Hades. Invece ad Asgard si muovono liberamente da un’ambientazione all’altra, in spazi aperti e senza restrizioni di alcun tipo.
È il caso di Shiryu che arriva all’ingresso di un bosco, ma nel tentare di superarlo gli sembra di girare a vuoto senza trovare mai l’uscita. Ad attenderlo c’è il God Warrior Fenrir (Luxor ti sarà più familiare credo), appartenente alla stella Alioth, cavaliere cresciuto nei boschi con i lupi. Discendente di una delle famiglie più nobili di Asgard, la sua armatura rappresenta il gigantesco lupo Fenrir della mitologia norrena, diventato famoso per aver ucciso Odino durante il Ragnarok. Il nostro amico dragone ben presto si trova circondato da un branco di lupi, comandati da Luxor, ma riesce facilmente a sbarazzarsene.
Ti starai senz’altro chiedendo: perché Luxor se discende da una ricca famiglia, è diventato cavaliere? Da bambino resta orfano ed è abbandonato da tutto e tutti, ma i lupi lo salvano e lui decide di vivere come loro nella foresta. Per questo porta rancore verso l’umanità, e quelli che non l’hanno aiutato quando potevano. Il combattimento con Shiryu (direi quasi tutti i duelli con i God Warriors vanno così) è a suo favore, ma il Bronze Saint viene più volte ridestato dalle parole di Shura, che al Grande Tempio lo salvò da morte sicura. Proteggere Athena è il suo compito, anche se inizialmente viene quasi “accecato” dal God Warrior (Kurumada ce l’ha un po’ con lui credo, lo fa quasi sempre combattere da cieco), e precipita in una scarpata dopo aver subìto l’ennesimo attacco. Qui i due iniziano a chiacchierare sul perché Luxor mostra tanto odio verso tutti, e Shiryu prova a fargli capire che Hilda è posseduta da un Dio malvagio.
Ma Luxor continua ad affondare i suoi colpi, i “Denti del lupo (‘Wolf Cruelty Claw)” e “Lupi nella tormenta” (Northern Gunro Ken); fin quando il nostro dragone non dà fondo alle sue ultime energie, e volutamente scaglia il “Rozan Shōryūha” contro la parete rocciosa alle spalle del suo avversario. Questo genera una valanga che travolge il cavaliere di Asgard e lui: Shiryu grazie a Saori riesce a riemergere, mentre il suo nemico inerme viene recuperato sotto le macerie dai lupi. Il nostro amico può così impossessarsi del secondo zaffiro ma, mentre crede di aver vinto, i lupi gli si scagliano contro e lo fanno precipitare in un profondo burrone.
https://youtu.be/jsEoGb6ZtMw
Un cavallo mitologico di fuoco ed il cigno di ghiaccio
Nel frattempo Hyoga arriva all’ingresso di una caverna, dove percepisce la presenza di un nemico: ecco che fa il suo ingresso in scena Hagen della stella Merak (meglio conosciuto come Artax). La sua armatura fa riferimento al cavallo ad otto zampe di Odino, Sleipnir (più avanti scoprirai essere l’unica in tutta Asgard a resistere alle basse ed altissime temperature). Inizialmente il cigno crede di poter avere vita facile con il God Warrior, ma ben presto si rende conto che, nonostante i ricordi che gli tornano alla mente di Atene dove ha sconfitto Camus, ed acquisito il settimo senso, dovrà impegnarsi ancor di più.
Sì perché il suo nemico oltre a governare le energie fredde, padroneggia anche colpi ad altissime temperature: difatti il duello si trasferisce dall’esterno all’interno della grotta, dove c’è del magma vulcanico. Hyoga stupito e preso in contropiede, è quasi sul punto di soccombere sotto i colpi di Artax: questi sono come ricorderai “Nevi di Asgard” (Universe Freezing) basato sulle energie fredde, e “Caldo soffio del Meriggio” (Great Ardent Pressure), con il quale Artax manipola la lava e la utilizza in combattimento. Dicevo…il nostro Bronze Saint sta soccombendo sotto i colpi del God Warrior, fin quando in suo soccorso arriva Flare, sorella di Hilda.
https://youtu.be/I2EElVehsIk
I due si erano già conosciuti all’inizio della saga, in quanto Hyoga era stato inviato da Athena in ricognizione per capire cosa stesse succedendo: Artax infatti lo accusa di aver portato Flare dalla parte di Athena contro la sua gente. Ecco che si rende necessario il suo intervento, per spiegare all’amico d’infanzia la malvagità di Hilda. Così Hyoga riprende un po’ le forze e riesce a scagliare il suo miglior colpo, quello ereditato da Camus “Aurora Execution“. Lo scontro si conclude con la conquista del terzo zaffiro, e con Hyoga che seppellisce Artax fuori la caverna. In questa serie in tutti i duelli ricorre un elemento: terminato lo scontro i piccoli Bronze Saint quasi sono dispiaciuti dell’aver sconfitto l’avversario, come se avessero voluto fargli salva la vita.
Una triste melodia risuona nel gelido vento di Asgard
Ma Seiya che fine ha fatto? Sì proprio lui che al Grande Tempio è il protagonista principale, qui quasi relegato a comparsa? Non preoccuparti sta attraversando una scarpata, dove il freddo ed il gelo lo stanno mettendo a dura prova: tanto che si ritrova improvvisamente infondo al burrone gambe all’aria. Ma come sempre, e tempestivamente, arrivano in suo aiuto (come ricordi appena vissuti) Athena ed i Gold Saint. A questo punto c’è una scena dedicata ai cinque amici ed i cavalieri d’oro, dove si può “ammirare” la nascita dei nuovi cloth di bronzo.
https://youtu.be/pp7RUNfMzVE
Intanto Shun arriva al cospetto del suo nemico che come lui pare odi la violenza, ma non ci pensa due volte a metterlo al tappeto. Sto parlando di Mime della stella Benetnasch, God Warrior dall’aspetto tanto gentile quanto letale. La sua armatura rappresenta un’arpa (o cetra come più volte ripetuto nell’anime) ed a differenza degli altri guerrieri di Asgard, il suo personaggio non si ispira a quelli apparsi nel film “I cavalieri dello zodiaco – L’ardente scontro tra gli dei“, ma ad Orpheo antagonista apparso nel primo film “La Dea della discordia“. Un po’ come tutti i cavalieri di Asgard anche Mime ha un passato travagliato, con un padre adottivo di nome Folken, che poi scopre essere il carnefice dei suoi veri genitori, e per questo lo uccide a sangue freddo.
Ma torniamo al duello. Shun e la sua catena fanno fatica ad attaccare Mime, in quanto la catena di Andromeda non riconosce il suo cosmo ostile, e pertanto il nostro povero Saint subisce i colpi e le illusioni del nemico. Come anticipato anche lui come Shun adopera un’arma per attaccare: la cetra con le sue malinconiche musiche, che stringono l’avversario in una morsa fin quasi a soffocarlo. Il nostro amico prova a reagire spogliandosi dell’armatura, cercando di isolare l’ascolto della musica del suo avversario, e quasi ci riesce lanciando il suo colpo più potente la “Nebula Storm“; ma Mime ne esce indenne e lo stringe nella morsa di un Requiem mortale.
Ma ecco che, prima dell’ultima nota fatale, le corde della cetra del God Warrior vengono spezzate dalle “scaglie” di una coda rinata a nuova vita: Ikki arriva a salvare il fratello da morte sicura. Inizialmente anche lui ha delle difficoltà nell’affrontare Mime, ma essendo lui stesso padrone di tecniche illusorie, dopo poco riesce a far centro con il suo “Phoenix genmaken” (conosciuto come Fantasma diabolico), grazie al quale Mime “vede” realmente le cose come andarono quando era appena un neonato, capendo che Folken uccise i suoi genitori per colpa della guerra.
Nonostante ciò non vuole arrendersi, e riesce a bloccare il Bronze Saint nella stessa posizione in cui era Shun; ma Ikki è cavaliere dalle capacità nascoste e, anch’egli senza cloth per via della battaglia, alla fine riesce ad avere la meglio su Mime. Quest’ultimo finalmente sconfitto, con le lacrime agli occhi, affida la difesa di Asgard ai Saint di Athena, e consegna loro il quarto zaffiro di Odino.
Ottima sintesi…condita da curiosità soddisfatte!
Grazie il mio intento è riuscire a fornire particolari che magari non tutti sanno ?